GURDJIEFF E IL SUO INSEGNAMENTO SCONOSCIUTO di Gaetano Dini

Georgi Ivanovich Gurdjieff: chi era costui?

Gurdjieff nacque probabilmente nel 1866 ad Alessandropoli ai confini tra l’Armenia e la Turchia, in una regione del Caucaso crocevia di numerose etnie.
Suo padre era tra i depositari della tradizione orale dei cantori del luogo: personaggi singolari che, a richiesta dell’uditorio, narravano in versi i grandi miti antichi. L’esperienza familiare è la base degli approfondimenti che Gurdjieff compie negli anni della giovinezza a Kars, cantando regolarmente nel coro della chiesa ortodossa russa. Il decano della Cattedrale, colpito dallo suo spirito acuto e dalle sue attitudini, lo educò anche nel campo religioso e scientifico.
Con un gruppo di amici, partecipò a varie spedizioni in Asia e nella penisola Arabica alla ricerca di conoscenze e tradizioni di origine remota.
Visitando alcune confraternite religiose che vivevano in monasteri inaccessibili, ebbe l’opportunità di approfondire tanto le sue conoscenze psicologiche che il significato dell’arte sacra e delle danze rituali.
Vent’anni dopo, nel 1912, Gurdjieff ritornò in Europa presentando un nuovo insegnamento, una via non religiosa verso l’evoluzione interiore dell’uomo.
Intorno alla sua scuola si aggregarono diverse generazioni di discepoli mentre il suo pensiero trovò un’eco profonda nelle opere di René Daumal, Alexander de Salzmann, P. D. Ouspensky, Frank Lloyd Wright, Pierre Schaeffer e lo stesso T. De Hartmann.
Gurdjieff morì in Francia nel 1949.

Piotr Demianovich Ouspensky era un professore universitario di Mosca, diventato allievo di Gurdjieff.
A seguito delle lezioni presso il Maestro, Ouspensky scrisse che l’arte di oggi ad esempio è solo riproduzione meccanica della natura, semplici fantasie o tentativo di originalità. La percezione dell’artista è inoltre soggettiva. Nella vera arte tutto è invece oggettivo e matematico, l’artista sa esattamente cosa trasmette. Di solito i manufatti artistici antichi contenevano simbolismi di cosmogonie.

 

San Pietroburgo, estate 1915
Per portare avanti un lavoro come il nostro è necessario un gruppo. Un uomo da solo non può fare niente. Un gruppo ben guidato da un maestro può arrivare invece molto in là.
In una delle riunioni un allievo chiese riguardo la possibilità di reincarnazione.
Molte cose sono possibili, disse G. L’uomo macchina viene sepolto e basta, è polvere e ritorna polvere. Perché si possa parlare di una vita futura, ci deve essere una certa cristallizzazione.
Se in un uomo in vita c’è qualcosa che può resistere alle influenze esteriori, allora questo qualcosa potrà resistere anche alla morte del corpo fisico.
La vita continua nel “corpo astrale” e soltanto pochissimi uomini riescono ad averne uno a seguito di un lavoro, uno sforzo interiore estremamente duro cui si sono sottoposti in vita.
Una volta costituitosi in vita, il corpo astrale può continuare a vivere dopo la morte del corpo fisico e può rinascere in un altro corpo fisico. Se non rinasce in un altro corpo fisico, allora nel corso del tempo muore anch’esso. Infatti non è immortale, ma può vivere per molto tempo dopo la morte del corpo fisico.
Unità interiore, cristallizzazione sono ottenute nell’uomo con un contrasto interiore tra il sì ed il no.
Se invece tutto accade in lui, senza contrasto, senza lotta interiore, allora l’uomo rimarrà ciò che è.

Se questa lotta interiore ha una linea definita, allora certe caratteristiche permanenti cominceranno a delinearsi in lui, egli comincia a cristallizzare. Ma la cristallizzazione se è possibile su una base giusta, lo è anche su una base falsa.
Ad esempio, la paura del peccato o una fede fanatica verso una qualsiasi idea, possono provocare una lotta interiore tra il sì ed il no e un uomo può cristallizzare su tali basi. Acquisita tale errata cristallizzazione, l’unica possibilità che tale uomo ha per essere indirizzato nella giusta via è quella di essere rifuso, cosa possibile solo sottoponendosi a terribili sforzi. Esempi di cristallizzazione sbagliata sono quelli del brigante che per raggiungere il suo obiettivo può sottoporsi a sforzi interiori estremi o quello del monaco in cui la paura del peccato, del diavolo, gli fanno sviluppare una grande forza interiore capace di fargli sopportare anche le torture.
E’ quindi necessario il sacrificio. Se niente di prezioso è sacrificato in noi, niente può essere ottenuto. Ma questo sacrificio deve essere portato avanti fino quando la cristallizzazione è compiuta, non oltre. Questo di solito non viene capito. Quando il processo di cristallizzazione
è compiuta, le rinunce, le privazioni, i sacrifici non sono più necessari. Un uomo può avere ciò che vuole, per lui non c’è piu’ legge, egli è per se stesso la propria legge.
In queste spiegazioni di G. si era colpiti dalla sua grande semplicità interiore e dalla sua naturalezza nel rappresentare il mondo del miracoloso e dell’ignoto.

 

Le vie dello sviluppo interiore
G. aveva trascorso la sua infanzia alla frontiera dell’Asia Minore, in condizione di esistenza strane, arcaiche, quasi bibliche. I suoi primi anni erano trascorsi in un’atmosfera di fiaba, leggenda e tradizioni. Il miracoloso attorno a lui era un fatto reale.

Parlava raramente e in maniera evasiva delle scuole e dei luoghi dove aveva avuto contatti con la “Conoscenza”, monasteri tibetani, il Chitral, il Monte Athos, le scuole sufi in Persia, a Bukhara e nel Turkestan orientale.
Ne aveva comunque tratto cinque vie per 
 lo sviluppo interiore, di cui tre storiche (la Via del Fachiro, la Via del Monaco e la Via dello Yogi)La Quarta Via è la via dell’uomo scaltro (che usa ad esempio dei libri, sue esperienze di vita, per raggiungere la vera conoscenza)La Via Oggettiva, quella dell’uomo comune che vive con serietà e impegno la propria vita. E’ una via lunga, ripetitiva, ma anche questa porta a uno sviluppo interiore.

  • Via del Fachiro: di solito in India il popolo aveva l’usanza di votare ai fachiri un bambino nato dopo un avvenimento felice. Non c’era quindi alla base di questa via una scelta di vita da parte del futuro fachiro, una esigenza di ricerca di conoscenza. Il fachiro sviluppa quindi solo una volontà fisica, un potere sul proprio corpo.
  • Via del Monaco: è la via della fede, del sentimento religioso, del sacrificio. Il monaco sviluppa di conseguenza emozioni e immaginazioni religiose molto intense.
  • Via dello Yogi: è la via della conoscenza, dell’intelletto. Lo yogi sa come produrre certi effetti mentali, conosce le tecniche appropriate per raggiungere questo. Lo yogi sa in definitiva tutto ma non è in grado di realizzare le cose che conosce.

Semplificando, il Fachiro controlla il proprio corpo ma non ha il controllo sul sentimento e l’intelletto; il Monaco controlla il sentimento, ma non il corpo e l’intelletto; lo Yogi controlla l’intelletto, ma non il corpo ed il sentimento.

La Quarta Via non comporta il ritiro dal mondo, la si può percorrere rimanendo nelle proprie normali condizioni di vita. L’unico requisito per questa via è che le condizioni di lavoro e relazionali non siano proibitive, di ostacolo al percorso. La Quarta Via deve essere trovata in quanto non è una via classica, conosciuta come le altre. E’ la via dell’ ”uomo astuto”. Egli la può percorrere in quanto è nato con l’istinto verso la conoscenza, oppure perché ne è venuto a conoscenza leggendo un libro o ne ha sentito parlare con cognizione di causa da altre persone.
La Quarta Via è la via della comprensione di quello che l’uomo vede accadere attorno a se stesso e di quello che lui compie personalmente. Questa via può anche prevedere un maestro, una guida. L’uomo astuto viene in questo modo a conoscere il “segreto”, raggiunge la “grande conoscenza”.

La Via Oggettiva, è la via della gente comune, di coloro che vivono semplicemente nella vita. Basandosi su sistemi intellettuali, religiosi, morali ordinari, le persone vivono una vita secondo coscienza, una vita d’equilibrio, vivono semplicemente nella vita. Sono quello che si dice, “la brava gente”.
I Lunatici sono le persone sognatrici, che hanno sovrastrutture mentali politiche, religiose, culturali dalle quali vengono pesantemente condizionati. Queste persone sono facilmente manipolabili dagli altri.
I Vagabondi sono invece persone come artisti vari o presunti tali che non sono in grado di mantenere se stessi e per vivere hanno bisogno dell’aiuto materiale degli altri.

 

Essenza e Personalità
La Personalità opera delle scelte che spesso non corrispondono a quelle giuste che farebbe l’Essenza. La Personalità è data dai gusti, ideologie che la persona si costruisce.
 Una scarsa Personalità è data dall’errato funzionamento dei Centri tra loro.
L’umanità è divisa in Cerchio Esoterico (interiore), Mesoterico ed Exoterico.
Gli uomini che si trovano nel Cerchio Esoterico posseggono il sapere cosmico. Nel Cerchio Mesoterico gli uomini calcolano solamente il sapere cosmico.
Nel Cerchio Exoterico gli uomini contemplano solamente il sapere cosmico.
Nel sapere, cultura comune, sono stati creati solo due cerchi, il Cerchio Esoterico e quello Exoterico (la vita ordinaria). Il Cerchio Exoterico del sapere comune non deve essere confuso con il vero Cerchio Exoterico che per il sapere comune corrisponde all’esoterismo.

 

Bibliografia
Ouspensky Piotr Demianovich – Frammenti di un insegnamento sconosciutoEdiz. Astrolabio, Roma

 

Autore: Gaetano Dini
Messo on line in data: Dicembre 2021