IL LUPO MANNARO di Vito Foschi

Un simbolo della natura umana

La caratteristica saliente del lupo mannaro è la sua doppia natura umana e bestiale che convivono nello stesso essere. Normalmente prevale la natura umana, ma nelle notti di luna piena prevale la bestia. Quale migliore sintesi per rappresentare la natura umana capace del supremo sacrificio per un altro essere umano, ma anche capace delle peggiori efferatezze?

Il cane è stato il primo animale ad essere addomesticato. Prima di essere cane era lupo e, come tale, un potenziale pericolo per l’uomo. Il cane è il  miglior amico dell’uomo, ma dopo millenni di addomesticamento ogni tanto il lupo torna nella sua natura e attacca l’uomo. Il cane conserva questa natura ambivalente, come il lupo mannaro oscilla fra l’uomo e la bestia.
L’uomo primitivo si trovava ad essere in contatto col cane, che fisicamente era ancora simile al lupo, e il lupo selvaggio. La fusione dei due elementi era una buona rappresentazione della natura umana. Generalmente buona, ma quando soggetta all’ira, capace delle peggiori azioni contro i suoi simili. Esattamente come il lupo mannaro, normalmente inoffensivo, ma un pericolo nelle notti di luna piena.

Il mito sarà nato dall’abitudine dell’uomo primitivo di indossare pelli d’animali per acquisirne le sue caratteristiche di forza e di agilità. Nel caso della pelle di lupo, poteva rappresentare una maggiore ferocia in battaglia. In qualche caso l’esaltazione dei guerrieri che indossavano simili pelli può aver causato atti di cannibalismo durante la lotta. È la nascita del mito. Si può esaminare la storia dei Berserker (1), i mitici guerrieri orso del Nord, che combattevano indossando pelli di orso e assumendo droghe sotto forma di funghi per non aver paura e pietà dei nemici. Qualcosa di simile può essere avvenuto per il lupo.
In  fondo i Berserker erano uomini normali anche se guerrieri, e la loro spietatezza in battaglia era occasionale proprio come la bestia che fuoriesce dall’uomo nelle notti di luna piena.

Il lupo mannaro rappresenta un’ottima sintesi. È da notare che in lingua inglese esiste l’espressione “to go berserk” col significato di infuriarsi, dare fuori di matto, derivante proprio dal nome dei mitici guerrieri del nord. Il lupo mannaro non rappresenta, però, in un’ottica dualista le opposte forze del bene e del male, perché l’uomo può scegliere fra le due, mentre il lupo no, è maledetto ed è condannato ad una vita doppia senza possibilità di scelta. Per questo non può rappresentare il libero arbitrio che dovrebbe avere l’essere umano per scegliere fra il bene e il male.
Rappresenta invece la collera, la perdita di controllo che trasforma l’uomo per un tempo breve in un altro, in un animale incapace di frenarsi. Dopotutto nella Bibbia c’è scritto: ”Guardati dall’ira dei miti”, quasi a voler sottolineare l’assunto qui esposto. Una persona normalmente calma, per un motivo scatenante tira fuori la bestia che è in ognuno di noi.

Una rappresentazione visiva che mette in luce il carattere da lupo mannaro dell’uomo è una scena del film “Tutti a casa” con Alberto Sordi, che racconta dell’otto settembre del 1943. In una parte del film il protagonista per tornare a casa si presta a fare da autista per un autocarro pieno di farina da portare al mercato nero. La sfortuna vuole che venga scoperta la natura del carico e un gruppo di uomini, resi ciechi dalle privazioni della guerra, lo saccheggia in maniera selvaggia. La scena viene resa di una violenza inaudita dalla presenza di una bambina, che sopraffatta dalla follia di uomini grandi e grossi, si mette, piangendo, a raccattare la farina caduta nel fango. È da notare la coincidenza fra il bianco della farina, che fa scattare la cieca violenza nel film, e il bianco della luna piena che tramuta l’uomo in lupo mannaro. D’altronde questa scena riprende il ben più famoso episodio dell’assalto ai forni ne I promessi sposi. Anche lì è il bianco della farina in contrasto con il nero del pane misturato a rendere cieca la folla (da notare l’assonanza fra folla, folle e follia, quasi ad indicare che un assembramento di persone genera automaticamente una sorta di coscienza collettiva portata a ragionare ed agire in maniera sconsiderata).
Il bianco della luna piena e il nero delle notti senza luna. Alcune assonanze sono davvero incredibili. Ripensando anche a questi racconti non si può non pensare che il lupo mannaro sia un ottimo simbolo per rappresentare la natura umana oscillante fra i due opposti di una generale calma e di una violenza incontrollata circoscritta a brevi periodi e scatenata da eventi esterni.

 

Autore: Vito Foschi
Messo on line in data: Dicembre 2005

 

Note
1) Nelle tradizioni vichinghe esistono tre gruppi di guerrieri caratterizzati da nomi di altrettanti animali:

– i Berserker che utilizzavano pelli di orso, e combattevano in gruppo. La parola scandinava Bar/Ber indica l’orso;
– gli Ulfedhnar, che vestivano pelli di lupo combattevano soli e soprattutto di notte utilizzando prevalentemente la lancia e l’ascia. La parola Ulf significa lupo ed è simile al wolf inglese e tedesco;
– gli Svinfylking, uomini cinghiali, abili nei travestimenti combattevano con una particolare formazione a cuneo chiamata a “Testa di Cinghiale”, col compito di aprire il fronte nemico.

 

Bibliografia
L’assalto ai forni è descritto nel cap. 12 de’ I promessi sposi di Alessandro Manzoni.

Per i Berserker
– Antropologia – Il diavolo, gli eretici e i lupi mannari di Massimo Centini da Piemonte Parchi.
Martin Mystère n. 202-203.