MAGIA DEI SOGNI (PARTE PRIMA) di Luce Sorgente

Introduzione

Il termine oniromanzia deriva dal latino oniromantìa e dal greco oneiron (sogno) e manteia (divinazione), ovvero divinazione attraverso l’interpretazione dei sogni.
Il sogno esiste da quando esiste l’uomo e l’arte di predire il futuro facendo attenzione al simbolismo intrinseco dei sogni risale alla notte dei tempi. In questo senso gli Egizi sono stati dei precursori. Essi ritenevano che, quando l’essere umano chiudeva gli occhi e si abbandonava al sonno, la sua anima si staccasse dal corpo e vagasse verso la dimensione sottile, eterea, che noi siamo soliti definire “dell’astrale”.
Entrando in questo universo parallelo al nostro, e assolutamente non distante da noi, l’uomo entrerebbe in contatto con entità in grado di guidarlo sul sentiero del simbolismo con il quale i sogni parlano. Ovviamente, come in ogni società dedita alla magia e al mistero, in Egitto esistevano veri e propri sacerdoti capaci, per esempio, di leggere e interpretare i sogni dei faraoni, ritenuti particolarmente importanti e significativi. Nella civiltà egizia i sogni facevano quindi da tramite tra gli esseri mortali e quelli divini; per questo essi avevano una valenza sia dal punto di vista profetico sia dal punto di vista psicologico: erano considerati specchio dello status quo dell’individuo, con le sue potenzialità e il suo destino (volti quindi al futuro), ma anche con le sue caratteristiche fisiche e fisiologiche. Non era infatti raro presagire la malattia di un soggetto attraverso l’interpretazione di un suo sogno.

I simboli, fin da allora, la facevano da padroni. Esattamente come noi oggi possiamo usufruire di manuali e testi più o meno seri sul simbolismo dei sogni, anche gli Egizi ne stilarono uno, forse il primo e tra i più importanti: il Libro dei sogni ieratico, in cui erano contenuti una sorta di elenco delle figure più o meno ricorrenti nei sogni e le spiegazioni su come comprenderne e interpretarne il significato. Era un testo particolarmente utilizzato per interpretare le indicazioni essenziali per il futuro del Paese o per gli affari di stato. Il libro fu scritto all’incirca nel 2000 a.C. e si suddivideva in due parti: una rivolta ai sogni fatti dalle persone buone e protette dal dio Horus, e una dedicata a quelli fatti dalle persone malvagie e protette da Seth. Questo conferma l’idea secondo cui già gli antichi Egizi considerassero il linguaggio dei sogni un mezzo di comunicazione non solo tra mortali e defunti, o tra mortali e divinità, ma anche tra la parte conscia dell’essere umano, quella più superficiale e facilmente comprensibile, e quella più profonda, ignota e misteriosa.
Ma ancor prima degli Egiziani, gli uomini primitivi, che erano liberi dalle sovrastrutture psicologiche e culturali che invece hanno iniziato ad appartenere all’umanità col tempo, credevano moltissimo nella forza e nella guida dei sogni, quasi che essi fossero il regno esclusivo dell’anima e di quello che oggi chiamiamo inconscio.

I Greci distinguevano, invece, l’arte dei sogni tra l’oniroscopia (ovvero il monitoraggio e l’osservazione dei sogni) e l’onirocritia, che era finalizzata soprattutto alla spiegazione e all’interpretazione dei simboli lì inscritti. Per i Greci i sogni erano un dono degli dei e la loro dimora era al di là delle Colonne d’Ercole, ai confini tra mondo reale e mondo spirituale. Anche qui l’interpretazione dei sogni si suddivideva su due canali diversi: si considerava infatti che i sogni autentici, quelli che contenevano indicazioni veritiere sul futuro o sulla condizione dell’individuo, uscissero da una porta fatta di corno; mentre quelli falsi e ingannevoli uscissero da una porta fatta d’avorio. Poiché caratteristica principale dei sogni nell’antica Grecia era la capacità profetica, esisteva un vero e proprio rituale per assecondarla e anzi farla emergere. Questo rituale in realtà era officiato sia dai Greci che dai Romani e consisteva nell’incubazione: il soggetto veniva chiuso nei templi dedicato al dio Esculapio, protettore della salute e della medicina, con la speranza che il dio apparisse in sogno e desse suggerimenti atti a risolvere qualche questione complessa o a guarire una determinata malattia.

I Greci furono forse i primi a far rientrare la ratio nella dimensione dei sogni, e lo fecero soprattutto attraverso Platone, che si diceva in grado di distinguere i sogni dovuti a cause di tipo fisiologico od organico (per esempio, gli incubi derivanti da un pasto abbondante consumato la sera prima), deputati alla parte irrazionale dell’anima, e quelli che invece provenivano dalla parte logica dell’individuo, quindi utili per divinare o ricevere consigli utili a risolvere problemi di vario tipo.
Anche i Romani credevano nella possibilità che l’anima si staccasse dal corpo al fine di viaggiare nella dimensione dove abitavano gli spiriti dei defunti. In particolare, Artemidoro fu fautore della suddivisone tra sogni profetici e sogni non profetici; o meglio, tra sogno vero e proprio (che aveva valenza divinatoria) e visione onirica (intesa come indicazione per questioni aventi a che fare con il presente). A loro volta, secondo Artemidoro, i sogni profetici si suddividevano in simbolici o diretti, a seconda di come si sarebbero realizzati nel futuro, se con più o meno rapidità, e a seconda della loro chiarezza o ambiguità.

Oltre alle diverse civiltà, antiche e moderne, anche le religioni nel tempo hanno fatto del sogno un protagonista, ad attestare la possibilità di mettere in comunicazione il mondo degli dei con quello degli esseri umani. Basti pensare alla Bibbia, dove si narra di come Giuseppe sognò la sua ascesa e di come i suoi fratelli, per invidia, lo vendettero agli Ismailiti. Giunto in Egitto, il faraone gli chiese di interpretare un sogno in cui aveva visto sette vacche magre e sette grasse, oltre a sette spighe piene ed altrettante vuote: attraverso l’interpretazione di quei simboli, Giuseppe predisse quindi che l’Egitto avrebbe conosciuto un periodo di sette anni di abbondanza seguiti da sette di carestia, e così facendo salvò l’intero popolo che, proprio grazie al suo pronostico, mise da parte il grano e potette far fronte alla fame. Nel Libro di Giobbe, invece, c’è scritto chiaramente che Dio parla con gli uomini attraverso i sogni, e infatti nel Nuovo Testamento come apprende Giuseppe la nascita di Gesù se non attraverso un sogno?
La stessa cosa successe alla madre di Buddha Gothama, che sognò la nascita di un figlio che avrebbe predicato una parola inneggiante alla pace e al “distacco” da tutto ciò che è terreno e transitorio. Nella tradizione islamica, Maometto ricevette in sogno la prima parte del Corano, e in un altro Dio gli comunicò che avrebbe conquistato la Terra Santa.

Sembra quindi che, durante la fase onirica, sia solo una parte di noi ad addormentarsi; d’altronde il corpo, pur dormendo, continua le sue funzioni e il cervello continua a elaborare immagini e informazioni. Allora cos’è che si stacca e prende a viaggiare, quando ci addormentiamo? Nella tradizione esoterica il nome che viene dato a questa parte dell’essere è “corpo astrale”, che si contraddistingue da quello fisico, ma anche da quello eterico (corrispondente al nostro campo elettromagnetico) e da quello spirituale (direttamente connesso con la divinità). Ecco perché in sogno ci capita di vedere luoghi mai visti prima (che siamo destinati a incontrare nella vita reale a distanza di tempo), oppure di avere delle premonizioni o dei contatti telepatici con persone a noi care. Per non parlare, poi, delle visite che ci fanno i defunti per parlare con noi o, nel più fortunato dei casi, per darci qualche numero da giocare al lotto.

Volendo quindi sintetizzare il mondo dei sogni, possiamo dire che essi si suddividono in:
– sogni che gettano luce sulla sfera e sulla vita psicologica di ognuno di noi;
– sogni che contengono un simbolismo magico/esoterico/sacro da interpretare;
– sogni lucidi;
– viaggi astrali.

Conosceremo ognuna di queste categorie di volta in volta, e non mancheremo di illustrare il linguaggio simbolico che solitamente i sogni parlano, al fine di poter essere tutti pronti a interpretare le immagini, e ciò che esse vogliono comunicare, che emergono di notte, o di giorno, durante il sonno.

 

Autore: Luce Sorgente
Messo on line in data: Febbraio 2008