POESIE DEGLI ELEMENTI di Lilith

Nella cosmogonia induista, ai quattro elementi (Terra, Acqua, Aria, Fuoco) se ne aggiunge un quinto, di natura più sottile, l’elemento Etere o akasha.
Secondo la metafisica induista, “bindu” indica il punto primordiale, da cui ha origine la manifestazione. Si può rilevare una profonda analogia tra il concetto metafisico di “bindu” e la teoria del “Big Bang”. L’OM rappresenta il mantram – seme o la vibrazione primordiale. Si può rilevare una evidente analogia tra il Vangelo di Giovanni, che pone al principio dell’universo il Verbo e le teorie orientali sul potere creativo dei mantram.
Maya, secondo la teoria induista del Vedanta, è l’illusione cosmica dalla quale trae origine la molteplicità delle forme che ci appaiono. Esse sono come le onde sulla superficie dell’oceano, ovvero come l’immagine di un serpente proiettata su una corda (v. Mandukya Upanisad).
Nella filosofia occidentale, un concetto equivalente si ritrova nel mito della caverna di platonica memoria. Nell’ambito umano, Maya si esprime attraverso la ruota delle nascite, perpetuata dall’illusione metafisica del molteplice. Per contro, l’essenza dell’assoluto è il non, il vuoto, l’assenza. D’altra parte, la moderna fisica quantistica, ha scoperto che la materia è essenzialmente costituita dal vuoto e che l’universo è uno spettacolo di ombre. Secondo la teoria alchemica, l’atanor indica un alambicco in cui avviene la trasformazione del metallo vile in oro.

 

ELEMENTO ETERE

Diramarsi di arterie cosmiche
geografia a – dimensionale del punto
potenza di “bindu” goccia di primordiale rugiada
esplosione di atavici “big bang”.
Al principio era il Verbo
OM OM
OM
“atanor” che nutre infiniti universi.
Uno spettacolo di ombre nella caverna dell’illusione:
Maya, affascinante creatura
con mano leggera tende una corda
ai precari equilibrismi del disperato funambolo – uomo,
che si dimena nell’inganno
commedia del molteplice.
Mistero dell’assenza.

ELEMENTO ARIA

Volo
sull’onda del respiro,
mescolato a vortici di vento.
Erinni urlante,
divoro brani di terra.
Ubriaca di potenza
mi dibatto
in una danza di spettri.
Liquefatta nell’urlo del Cielo,
sollevo mari
percuoto corpi.
Titanica forza,
viaggio
oltre ogni umano confine.
Un tuffo:
le mie ali di cera
si dissolvono
nel baratro di nauseanti vertigini.

ELEMENTO FUOCO

Dischiusa in lavici petali sono,
nutrita dal ventre della Terra
protesa verso le porte del Cielo
squassata in lampeggianti spasimi.
Eterica fiamma sono,
capitello di volte stellate
lambita da liquide notti
vivificata da rarefatti sospiri.
Leggera e disincarnata sono,
eppur prigioniera
di materiche catene
costretta in quest’urna di pietra
e di sangue.
Offerta sacrificale sono
sull’altare della caducità,
catena di nascite
morti
rinascite,
sortilegio di un mago perverso
ghirlanda di luce e di tenebre.

ELEMENTO TERRA

Volteggio
essenza di danze tribali
guscio vuoto
accartocciato dal vento.

Spiga bagnata di tramonto
mi abbandono
agli orgasmi della Terra.

ELEMENTO ACQUA

Il mio corpo
ha la consistenza
di gelatinose maree,
oscura mano
si dilata
in liquidi tentacoli
senza forma
senza respiro.
Sospinto
dal moto
di particelle
impazzite,
caos
ordinato
in reticoli
di luce,
tappeto
disteso
su universi
di sabbia.
L’umida bocca
corolla di carne
si schiude
alla potenza che trasuda
dal ventre degli oceani.

Autore: Lilith
Messo on line in data: Marzo 2006