LE PROFEZIE DEI MAYA E LE API di Roberto Volterri
Le Profezie dei Maya e… la scomparsa delle api
“Quando le api scompariranno, all’ Uomo resteranno circa quattro anni di vita..”.
Non ci giurerei, ma la ben poco rassicurante frase sembra attribuibile ad Albert Einstein. E del più illustre fisico del XX secolo dovremmo fidarci…
Ma perché questa stranissima correlazione tra una possibile estinzione del nobile e utile insetto, la scomparsa della vita su questo piccolo pianeta e, forse, le cosiddette ‘Profezie dei Maya’ che collocherebbero all’anno 2012 un’immane catastrofe naturale – verosimilmente legata all’attività solare – che porterebbe all’annientamento del genere umano.
Ma il fatidico 21 Dicembre del 2012 è passato da un pezzo e con esso anche le iettatorie “profezie” basate unicamente su una lettura errata del calendario Maya, del Codice di Dresda e di certe iscrizioni presenti in siti archeologici messicani quali Tikal e Palenque!
Dobbiamo però partire da molto lontano…
È ben distante da me una visione di carattere ‘millenaristico’, ovvero la pessimistica attesa di un qualsiasi ‘mille e non più mille’ di medievale memoria, poiché essa non trova in chi scrive una ‘razionale’ giustificazione e non soddisfa le esigenze di natura logica e scientifica che dovrebbero animare ogni ricerca, ogni indagine anche in ambiti ‘di frontiera’. Aspetti della Conoscenza quali quelli su cui da sempre si è articolata l’attività dell’autore di questo articolo, volta più a diffondere costruttivi ‘dubbi’ che, in apparenza, rassicuranti ‘certezze’. Però, qua e là, qualche strano ed inquietante ‘segnale’ sembra emergere da un’attenta osservazione della Natura, delle sue incessanti attività, delle sue meraviglie.
E tra quest’ultime come non considerare l’operosa, instancabile, utilissima attività lavorativa di un insetto che fin dall’alba della civiltà ha accompagnato l’Uomo nella sua vita di tutti i giorni ma anche – aspetto, questo, poco noto – nella sua continua ricerca di un rapporto con il Trascendente: l’ape.
Le varie civiltà che si sono succedute millenni or sono hanno innalzato l’ape a ruolo di insetto sacro e molti dei suoi prodotti sono stati utilizzati in attività cultuali: basti ad esempio il continuo utilizzo della cera come combustibile per l’illuminazione – tanto da dar luogo a precise clausole nei medievali contratti d’affitto feudali e monastici – o l’utilizzo del prezioso miele in periodi in cui lo zucchero passava per una derrata estremamente rara.
Ma una stretta correlazione tra l’ape e il Trascendente potrebbe derivare anche dal fatto che, in antico, si assimilava il miele alla rugiada, anch’essa considerata un dono del ‘cielo’, come scrive Plinio convinto che “… il miele cade dall’alto. E’ il sudore del cielo, una specie di saliva degli astri o i succhi dell’aria che si purifica…”.
Più avanti vedremo cosa spingerebbe – negli ultimi tempi – ad osservare molto più da vicino l’attività di questi insetti e una loro inspiegabile morìa che ha fatto e sta ancora facendo preoccupare seriamente etologi, zoologi, naturalisti e naturalmente… apicoltori.
Scarica il file in formato .pdf I maya e le Api
Autore: Roberto Volterri
Messo in line in data: Giugno 2019