TRE BREVI RACCONTI FANTASY di Dhyana

Eternità

Diana camminava in riva al mare blu, contemplando uno splendido tramonto. I suoi occhi verdi brillavano come smeraldi e i suoi capelli neri scintillavano al vento. Il rumore delle onde accompagnava i suoi pensieri che si dissolvevano lentamente come le nuvole rosa all’orizzonte.
Era davvero raggiante di gioia il suo viso!
Lasciava delle lievi impronte sulla sabbia e pareva danzare libera come una farfalla. Anche questa vacanza era stata rilassante e fruttuosa: le aveva permesso di fare delle scoperte eccezionali! Un misto di felicità e inquietudine le esplodeva nel petto: come farò a comunicarlo al maggior numero di persone?… forse un’intervista in TV o meglio un film!… devo incontrare il mio miglior amico giornalista Athanor. Compose immediatamente il suo numero e presero appuntamento da li a tre giorni Si sentiva talmente bene da non rivolgere il pensiero al suo triste passato. Questo risveglio spirituale l’aveva colta inaspettatamente come un fulmine a ciel sereno infondendole quella certezza che solo la verità può dare.
Trascorse due giorni a scrivere e pianificare le sue mosse future. Faceva l’attrice da ben vent’anni e stava progettando un ultimo film, che potesse trasmettere le sue scoperte a chi fosse pronto a recepirle. Nei pomeriggi sdraiata al sole, sentiva dentro di se crearsi questo puzzle, libera di accogliere questo dono che sembrava crearsi quasi da solo. La sera prima del suo rientro a casa, ultimò la stesura di quel racconto. Lo arrotolò con cura e lo chiuse con del nastro di raso lilla. Non provava alcun timore, piuttosto era certa dell’importanza vitale che aveva quel messaggio per l’intero pianeta.
Il mattino seguente incontrò Athanor. Si sentiva penetrata dal suo sguardo incredulo a ciò che diceva in relazione al manoscritto. Dopo un lungo periodo di tempo, trascorso su quel terrazzo bianco circondato da rose rosse, convennero di anticipare il messaggio sul giornale per cui lui scriveva, rifiutando le offerte di molti registi per l’esclusiva del film. Ogni attimo aveva acquisito un valore inestimabile, stavano anticipando i tempi! Lavorarono tutta la notte per sistemare il racconto Eternity e lo ultimarono così: “Socchiusi gli occhi, stavo lasciando quel corpo che mi aveva ospitato per ben 101 anni. Sapevo che era giunto il momento del ritorno a casa. Così mi allontanai dolcemente verso la finestra, accompagnata da sfere color lilla. La luce solare era di un bianco intenso e mi sentivo trasportare verso l’alto. Stavo lasciando il pianeta Terra nell’anno 2012, per rinascere con altri esseri nel 1988. Era nostra facoltà scegliere di spostarsi sulla linea temporale terrestre, per seminare nel mondo amore e consapevolezza. Sapevamo che tutti gli esseri potevano ottenere il risveglio spirituale più grande di tutti i tempi solo con l’amore e tornando tutti insieme, uniti in quel preciso anno, così da ottenere un’espansione sempre più rapida. Non c’era felicità più grande nel sapere che la catastrofe futura poteva essere evitata. La spirale si era invertita e molti ne conoscevano le cause. Gli esseri “liberati” non nascosero alcun segreto e, cogliendo ogni attimo delle loro “vite”, seminarono Amore infinito. Fu così che nacque il Paradiso Terrestre, popolato esclusivamente da Angeli”.

 

Tinny

In un tempo indefinito, un piccolo suono vagava nell’universo. Esso era una pura espressione di felicità e amore! Aveva visitato innumerevoli luoghi, portando ovunque gioia e Armonia. Eh sì… Armonia! Pur essendo solo un suono, una vibrazione, aveva il potere di donare equilibrio ad ogni cosa che sfiorava. Un giorno, mentre percorreva la Via Lattea, fu invaso da una profonda tristezza.
Come mai mi sento così triste, si chiese meravigliato?
Allora smise di vibrare e avvertì un rumore caotico che lo turbò profondamente. Se avesse potuto piangere l’avrebbe fatto, ma dato che non poteva si limitò ad ascoltare quella dolorosa confusione. Si sentiva tristissimo, mai prima d’allora aveva provato qualcosa di simile. Doveva sapere di cosa si trattava!
In un istante prese una decisione: voglio scoprire la fonte di tale disordine!
Il piccolo suono, il cui nome era Tinny, possedeva una bontà infinita e il suo unico scopo era di portare felicità ovunque si recasse. Con rapidità incredibile solcò lo spazio e giunse nelle vicinanze di un bellissimo pianeta. Si fermò a contemplarne lo splendore; se avesse avuto la bocca l’avrebbe spalancata dalla meraviglia. Sembrava un gioiello azzurro incastonato nell’universo! Non è possibile che tanta confusione provenga da quello stupendo pianeta, rifletté. Era disorientato, perciò rimase nuovamente in ascolto, non c’erano dubbi, tutta quella disarmonia traeva origine da lì. Tinny si sentiva sopraffatto da tale dissonanza, ma non si perse d’animo e in un attimo “toccò” la superficie con i sensi all’erta. Alcuni pettirossi gli diedero il benvenuto intonando un magnifico canto! Tinny ne fu deliziato a tal punto che pensò nuovamente di essersi sbagliato, ma ogni dubbio si dileguò nel momento successivo, quando un’infinità di rumori discordanti lo colpirono con forza!
“Devo fare qualcosa…” pensò, “devo scoprire l’origine di tale confusione!”
Si levò in volo continuando la ricerca, ed ecco davanti a lui profilarsi le sagome di enormi grattacieli. Continuava ad udire quel frastuono.
“Da dove proviene?” si domandò.
Perlustrò la città e per la prima volta vide gli abitanti di quel pianeta. Si avvicinò per osservarne uno, ne notò gli occhi spenti e privi di vitalità. Si muoveva lentamente senza apparente scopo. Tinny sondò la mente di quell’individuo per individuare tracce d’Armonia. Fu immensamente sorpreso nel costatare che era colma di immagini statiche. Cosa se ne fa di tutte queste immagini? Non sa che potrebbe liberarsene quando vuole? Continuò a frugare e finalmente lo trovò: un suono puro!
Un’immagine era collegata ad esso: si vedeva un bimbo intento a contemplare un campo di grano che ondeggiava sotto la spinta di una calda brezza estiva. Il suo volto era accaldato e felice, che differenza con quello vuoto ed inespressivo che ora Tinny osservava.
“Devo aiutarlo”, pensò tra sé. Tinny intensificò quell’unico suono aumentandone le vibrazioni. Le onde armoniose si propagarono nella mente del terrestre, ripulendola e infondendole nuova vita. Fu come se un’enorme scossa rivitalizzante e benefica lo colpisse!
All’inizio l’individuo ne fu spaventato: ” Co…cosa succede?!” esclamò a voce alta. Alcuni passanti si voltarono a guardarlo. Lentamente un’immensa felicità cominciò a colmare il suo animo. Si era risvegliato da un sonno lunghissimo! Il suo viso era radioso come quel giorno nel campo di grano!
Tinny, pur essendo abituato a questi “risvegli”, provava ogni volta la stessa identica gioia e sempre ringraziava il Grande Suono per avergli donato questo potere. L’osservò mentre a grandi e sicuri passi si allontanava da lì, improvvisamente consapevole di chi fosse e di cosa dovesse fare. Non ebbe tempo di gioire a lungo, perché fu nuovamente raggiunto da un frastuono assordante! Allora volteggiò tra le vie affollate della città, sorvolando semafori e automobili strombazzanti. Scrutava i volti di quegli strani esseri.
“Da dove nasce questo frastuono?” si domandò nuovamente.
All’improvviso comprese! Mai avrebbe pensato ad una simile eventualità: tutto il pianeta e i suoi abitanti avevano dimenticato di essere un tutt’uno con la Grande Vibrazione dell’universo! Quella rivelazione fu tanto intensa che per un piccolo istante le sue onde cristalline rallentarono fin quasi a fermarsi. Aveva supposto che lo squilibrio fosse limitato e facilmente risanabile, ma ora la Verità gli si mostrava in tutta la sua crudezza!
“Devo fare qualcosa…” pensò. “Andrò dal Grande Suono!”
Si alzò in volo, nuovamente libero di viaggiare negli spazi siderali. Non era come le altre volte, non si sentiva più felice e leggero, al contrario era pervaso da una grande pena. Viaggiò a lungo fino ai confini dell’universo. D’un tratto si arrestò! Sapeva istintivamente che il momento era arrivato.

Intensificò le vibrazioni e attese… ma non era ancora sufficiente! Rinnovò gli sforzi ed un dolcissimo suono iniziò a diffondersi… era Lui!
“Ciao Tinny, mio amato figlio, che cosa ti ha portato da me?>”
Il piccolo suono era così emozionato, da non riuscire a dire nulla. Finalmente si fece forza:
“Grande Suono, sono qui perché ho visitato un pianeta che ha dimenticato la grande legge dell’Armonia…” si fermò per un istante “…e vorrei aiutarlo a ritrovarla!” concluse.
“Oh Tinny, il tuo Amore è così grande che non mi meraviglio che ti abbia guidato fino alla Terra”.
“Terra ?” chiese stupito.
“Questo è il suo nome” rispose Lui.
“Perché hanno dimenticato?” Tinny era impaziente. Per un breve istante il Grande Suono sembrò riflettere, poi riprese:
“A questo punto devo spiegarti tutto: quando emisi il primo suono da cui ebbe origine ogni cosa, mi preoccupai che tutto fosse per sempre ordinato ed equilibrato. A questo scopo inviai su ogni pianeta dei piccoli suoni come te, per preservare l’Armonia esistente”.
“Poi?” Tinny era sempre più impaziente.
“Commisi un errore!”
“Davvero?”
“Purtroppo sì! Quando inviai il suono a guardia della Terra, qualcosa mi distrasse e ciò lo indebolì rendendolo vulnerabile. Lui fece del suo meglio, ma era troppo debole e alla fine desistette dal suo compito, smettendo di vibrare”.

Non è possibile… noi non possiamo morire!” esclamò Tinny sbalordito.
“Ma possiamo smettere di vibrare …” replicò il Grande Suono amaramente.
“Perché non hai fatto nulla per aiutarlo?”
“Beh, potresti farlo tu!” fu la risposta.
“In che modo?”
“Torna sulla Terra e cercalo!”
“E… poi?”
“Non preoccuparti, in quel momento saprai cosa fare”:
“Ma… ma…” Tinny era confuso.
“Mi ha fatto un enorme piacere vederti, ma ora devo tornare ai miei compiti… vai, vai, tutto ti sarà chiaro al momento giusto!” furono le sue ultime parole , prima di scomparire.
Il piccolo suono era disorientato, ma nello stesso tempo un sentimento di speranza prese ad animarlo. Senza perdere altro tempo si rituffò negli spazi sconfinati dell’universo, ripercorrendo la distanza che lo separava dalla Terra. Finalmente la vide… magnifica come sempre!
“Adesso cosa faccio?”
“Cercalo!” la voce del Grande Suono riecheggiava dentro di lui.

Si certo! Ma dove? D’un tratto ebbe una realizzazione. Ma sì! Quel piccolo suono è della mia stessa natura, basterà che mi sintonizzi sulla sua frequenza! Cominciò a vibrare sorvolando distese d’acqua blu, rimanendo in attesa di percepire qualcosa. Sentì un’oscillazione provenire da un punto sottostante… immediatamente si tuffò in quella direzione. La sua speranza fu delusa, quel suono era emesso da uno strano essere dal muso allungato che nuotava nella scia di una nave, spesso uscendo dall’acqua con balzi repentini. Si allontanò in preda allo sconforto, ma si riprese velocemente: devo tentare ancora! Così fece e dopo innumerevoli falsi allarmi, quando ormai era sul punto di desistere, avvertì qualcosa! Era impercettibile, ma indiscutibilmente familiare! Si orientò, davanti a lui enormi distese di ghiaccio scintillavano alla luce di un pallido sole.
Dove può essere? Si concentrò il più possibile… pareva scaturire da un’ enorme blocco di ghiaccio alla sua destra. Senza esitare entrò al suo interno: la percezione era più nitida e aumentava gradualmente, si fermò di colpo rendendosi conto di essere arrivato!

E’ sicuramente qui!” esclamò percorso da un fremito d’impazienza. “Ma dov’è?” Perlustrò scrupolosamente tutta la zona, un piccolo particolare attrasse la sua attenzione: da un punto in mezzo al ghiaccio, si sprigionava una tenue luce azzurrina! Tinny la permeò con le sue onde e all’istante capì di averlo trovato! Nel nucleo della luce c’era un piccolo suono del tutto uguale a lui, con la differenza che propagava solo l’energia sufficiente a dargli quel caratteristico colore.
“Chissà da quanto tempo è qui congelato!” rifletté. D’istinto riversò su quel piccolo essere tutto l’amore di cui disponeva, nel tentativo di rianimarlo. Dapprima non successe nulla, da troppo tempo lui dormiva in quella distesa congelata. Poi ebbe un sussulto! La sua luminescenza mutò facendosi più intensa e ricominciò a vibrare!
“Ce l’ho fatta!” Tinny entusiasta attese il momento in cui si sarebbe librato nel cielo, per riprendere l’antico compito. L’attesa si prolungò senza che nulla avvenisse.
“Perché non si muove?” si domandò inquieto. “Sembra che aspetti qualcosa!” Tinny non capiva, aveva fatto tutto per bene, che cos’altro avrebbe dovuto fare? Si mise a riflettere, considerando ogni evento vissuto fino ad allora… niente!
“E’ tutto giusto… eccetto forse…” in quel mentre ebbe un lampo di consapevolezza!
“Ho capito… l’unica possibilità rimasta è che io e lui…” pensò riferendosi al piccolo e immobile suono “…siamo la stessa cosa”.

Magicamente tra i due si stabilì un’energia magnetica, che li attraeva. L’avvicinamento proseguiva… si contrapponevano vibrando all’unisono, poi il contatto… Zap! Si fusero in un’unica nota armoniosa, ritrovando l’antica integrità. Tinny comprese che il Grande Suono distraendosi, lo aveva frammentato, una parte si era recata sulla Terra, l’altra si era inoltrata nell’universo. Era sempre stato mosso dall’amore, ma solo in questo momento capiva che una parte di se reclamava il compimento della sua vera Missione: riportare l’amore sulla Terra!
Ora sapeva cosa fare! Rapidamente si allontanò e salì svelto nel cielo; si fermò in un punto, che trovò di suo gradimento. Seduti su una panchina, un uomo e una donna contemplavano il firmamento.
“Amore, ho visto una cosa strana” disse lei all’indirizzo del compagno. “Stavo guardando quelle stelle, quando ad un tratto ne è apparsa un’altra!”
“Non è possibile!” fece lui incredulo.
“Ti dico che è vero, guarda, è quella!” disse indicando il punto. Tinny era lì in quell’immensità dove avrebbe dovuto sempre essere, era un suono puro carico d’Armonia, quella stessa che ora si sarebbe ristabilita sulla Terra. Era solo questione di tempo e lui di tempo ne aveva un’infinità, soprattutto aveva tanto Amore da donare! Che splendida serata, una di quelle dove ci si perde osservando il cielo… o forse ci si ritrova?

 

Una nuova vita a Los Angeles

Jennifer si sentiva estasiata nelle braccia di Scott, che la stringeva delicatamente baciandola sulla fronte. Non le sembrava ancora realtà  quello che pareva un sogno incantevole. Convivevano da ben dieci anni, eppure il tempo non  era riuscito a  far diventare abitudinari i loro momenti trascorsi insieme. Carpivano in ogni attimo l’Amore e lo vedevano rigenerarsi giorno dopo giorno. Per  entrambi  era  stato  un miracolo conoscersi, in quanto uscivano  da periodi difficili privi della benché minima fiducia nella vita. Lo squillo della sveglia li fece finalmente decidere a fare colazione.
“Cosa  ne  dici  se  prima  di  recarci al lavoro facciamo jogging?” propose lui sprizzante d’energia.
“Ok!  Visto che sono  appena  le  7, direi che siamo abbondantemente  in anticipo e ci farebbe benissimo un po’ di sport” rispose lei.
“Hai notato lo sguardo del direttore al briefing, quando abbiamo fatto il resoconto della guarigione dei bambini?”
“Era incredulo davanti all’evidenza… è il suo principale limite!”
“Ad ogni modo, vedrai che riusciremo a scoprire molto di più”.
“Andiamo?”
“Eccomi!”
Era una splendida giornata di fine Aprile, l’aria era fresca e profumata, sopra di loro dei  gabbiani volteggiavano per planare  armoniosamente in  riva al fiume. Era soave risvegliarsi immersi nella natura! In lontananza i grattacieli della città creavano un forte contrasto, ma tutto sommato loro amavano vivere a Los Angeles. Nel  giro di un ora  facevano il loro ingresso al Junior Hospital, dove curavano bambini seriamente malati, attraverso ciò che definivano il miracolo del sorriso. Recentemente si erano imbattuti in  guarigioni   inspiegabili! Se da un lato la faccenda li rendeva trionfanti, dall’altro erano nel mirino del Direttore e di altri medici che perpetuavano imperterriti la loro cura della “speranza”, negando la realtà dei fatti a spada tratta.
“Ciao Jack! Buona giornata! Dove sono le nostre schede?”
“Eccole! Oggi è prevista una gita al parco, mi raccomando non tardate!”
“Il tempo è relativo, hai visto che giornata?”
“Fenomenale, Scott, proprio come te!”
“Jenny, ci vediamo nell’atrio tra dieci minuti, recupero le merende mentre ti occupi di loro, ecco la lista dei fortunati!”
L’autobus era un’isola felice: i bambini cantavano, divertendosi nel lanciare un pallone giallo da un sedile all’altro. Scott scorse nello sguardo di Jennifer un moto di commozione, stringendole  la  mano disse:
“Ce la faremo, non pensare negativo”.
“Non credo che accetteranno la nostra scoperta”.
“Stiamo parlando di vite umane!”
“Hai ragione, ma ieri mi aspettavo un riscontro positivo, invece  si  sono  riservati di risponderci addirittura tra due mesi e questo mi ha demoralizzata”.
“Jenny,  abbiamo scoperto la cura di questa malattia, questa è una grande vittoria e un balzo in avanti per la scienza!”
“A qualcuno può dare molto fastidio, sai… i soliti  disdicevoli interessi, comunque la formula è al sicuro e ho già  fatto quello che mi hai detto dopo averla brevettata”.
“La nostra fiducia nel futuro ci  ha condotti aldilà di ogni aspettativa  e  credo che il potere di questa verità spalancherà ogni porta. La tattica è continuare a  persistere a prescindere dalle avversità”.
“Iniziano a deriderci, Lucy mi ha fatto capire che ci licenzieranno se continueremo su questa linea, teme che le nostre vite siano in pericolo!”
“E allora? Andiamo avanti per la nostra strada, tutto ciò ha un valore inestimabile!”
“Hai ragione, mi sono lasciata coinvolgere  in  futili pettegolezzi… guarda siamo arrivati!”
In un attimo il bus si svuotò e i bambini correvano nel parco all’impazzata. Era inverosimile pensare alle condizioni di alcuni  mesi addietro, quando non erano in grado di reggersi in piedi, ma   questo era il risultato raggiunto. Fecero una passeggiata, poi si sedettero a  cerchio. Scott amava molto raccontare le fiabe e loro ne rimanevano affascinati. Si sdraiarono nell’erba tutti quanti tenendosi la mano e crearono un gioco: ognuno di loro esprimeva sensazioni positive su ciò che vedeva o udiva di bello in quel parco. Ne scaturì una composizione di poesie, che  Jenny  inseriva velocissima nel  notebook.
Il gioco successivo era quello che aveva inspiegabilmente ribaltato i casi più ostici. Era emozionante sentire i loro discorsi, erano delle  perle di saggezza. Inizialmente discutevano di  momenti  tristi, in  seguito  davano  ampio  spazio  a  quelli piacevoli. Ormai erano guariti, la settimana entrante sarebbe stata l’ultima della loro permanenza al Junior Hospital e finalmente sarebbero rientrati alle loro case. Jennifer e Scott avevano  studiato  scrupolosamente  le  cartelle cliniche, notando le cause dei loro miglioramenti e approdando a successi strepitosi! Applicavano di nascosto i loro  metodi  basati semplicemente  nel farli  vivere in  un ambiente sereno, divertente e creativo. L’antidoto della malattia nasceva dalla vita stessa! Era spettacolare vederli rifiorire e rimettersi in carreggiata. I casi raccolti nello schedario avevano già sfiorato il centinaio.
Capitava che il bambino invertisse  il  modo di vedere la vita  in  positivo, oppure semplicemente evitasse situazioni sgradevoli, per raggiungere un  equilibrio emotivo stabile e iniziare a guarire. Molti di  loro  superavano traumi infantili attraverso la  comunicazione, al punto di sentirsi davvero sollevati dal peso di un fardello insopportabile. Era difficile gestire tutto ciò in un ospedale, ma ne valeva realmente la pena. Era nato davvero un modo d’avanguardia per debellare malattie incurabili. Ogni  dubbio  riguardo  la validità dei loro esperimenti, si era eclissato totalmente con l’apparire di fenomeni paranormali. I bambini acquisivano doti di preveggenza, telepatia e telecinesi. Avevano creato un gruppo speciale, animato da un forte entusiasmo e spirito di squadra nell’esplorare territori ancora vergini all’uomo comune. Ognuno  era contraddistinto da particolare attitudine nell’aiutare il prossimo. Nell’ospedale si erano dovute creare apposite aree per soddisfare le loro richieste di istruzione e in un solo anno la maggior parte completava ben tre livelli scolastici con il massimo dei voti. Il quoziente d’intelligenza, la capacità di apprendimento, l’ applicazione della conoscenza rasentavano il massimo dei livelli concepibili. Sembrava che i mass-media ignorassero l’intera vicenda: né un articolo né un’intervista,  sebbene qualche genitore preso dall’euforia si  fosse  presentato direttamente agli studi televisivi R.F.
Jennifer  era  avvolta da un turbinio di pensieri, stava  elaborando un piano per coinvolgere altri individui ai loro progetti, sdraiata ai piedi di una quercia. Nell’aria aleggiava una strana quiete. Improvvisamente sentì la voce di Kelly chiamarla:
“Ehi! Jennifer corri! Guarda Mike!”
Jennifer notò che i bambini avevano stretto un cerchio intorno a lui,  nessuno  fiatava e sui loro visi si accendevano sorrisi di meraviglia e incredulità. Scott estrasse la videocamera per immortalare il tutto: Mike parlava una lingua antica! L’episodio durò all’incirca dieci minuti, il gruppo era rimasto composto e al termine del discorso incomprensibile, la tensione sfociò in un maestoso applauso. Si trattava di un vero prodigio, accaduto proprio lì inaspettatamente durante un gioco! Mike non ricordava nulla ma aveva un portamento insolitamente tranquillo. Prima di rientrare alla base  si  ripromisero di non svelare l’ennesimo segreto. I loro occhi brillavano di gioia!
Tornati  a  casa,  Scott e Jennifer  trascorsero l’intera notte a tradurre il discorso di Mike. Alla fine installarono un programma sofisticatissimo di linguaggi arcaici. Il resoconto riportava una maggioranza di termini tradotti dalla terminologia dei Veda. Il messaggio era singolare, ma inquietante allo stesso tempo:
“Jennifer e Scott, grazie di esistere e di averci  permesso  di portare  Luce sul  pianeta Terra. Io sono vostro figlio Athanor. Probabilmente non vi ricordate di me,  del  resto  si  sono  avvicendate   ben   sette   vite  da quando ci siamo lasciati. Non siate spaventati di fronte all’ignoto, la conoscenza porta dritti alla verità ultima. Esiste un energia che viola le leggi  del tempo  e dello  spazio, comunemente conosciuta e chiamata Spirito. Vi assicuro che c’è dell’altro da   scoprire in proposito, avrete modo di constatarlo personalmente. Da tempo  immemore stiamo  risalendo  la  china  e  si  sta avvicinando  il giorno in  cui ognuno di noi  riuscirà a dare risposta alle principali domande esistenziali. Sono certo che abbiate raggiunto  la necessaria  consapevolezza per accettare quello che sto per rivelarvi. Questo  risveglio  spirituale,  nonostante    sia  ostacolato da un  gruppo di esseri decaduti, sarà inevitabile e avrà una portata planetaria. E’ necessario creare adeguate strutture per proteggere e aiutare questi bambini speciali ad entrare nella Nuova Era. Questa è la missione e si uniranno in un batter d’ali migliaia di altri esseri. Si tratta di un’evoluzione  spirituale che si espanderà  a macchia d’olio come mai successo negli ultimi milioni di anni. Conosci te stesso! Il viaggio  inizia  quando esploriamo il  mondo interiore e culmina  laddove ci sentiamo un tutt’uno con l’Universo. Con la verità dalla nostra parte possiamo solo vincere! Siate implacabili sempre e ovunque”.
Le lacrime  scendevano  copiose  sui  loro  volti,  si  erano  imbarcati  in  un avventura senza precedenti! Uscirono sul terrazzo, ormai  stava albeggiando e il cielo si tingeva di rosa. L’indomani avrebbero dato vita  a una nuova fondazione, consapevoli della  più grande svolta data a quella civiltà del 2030! Los Angeles  assumeva un aspetto esoterico,  avevano davvero cambiato punto di vista ed erano finalmente pronti a dare inizio a una nuova civiltà! Il cuore di questa esplosione spirituale era la città degli Angeli.

 

Autore: Dhyana
Messo on line in data: Agosto 2007