I TAROCCHI (PARTE SECONDA) di Emanuela Cella Ferrari

L’Innamorato (o Gli Innamorati)

L’ arcano numero sei corrisponde astrologicamente al segno del Sagittario. Nell’albero delle Sephiroth è la sesta Sephirah: Tiphereth, la Bellezza. L’Innamorato rappresenta il cuore, la sensibilità, gli affetti. Questo arcano mostra un ragazzo fermo all’incrocio di due strade, con le braccia incrociate sul petto e lo sguardo abbassato.
Non sa quale direzione prendere. Sollecitato da una regina austera che promette soltanto soddisfazioni morali, e da una baccante dispensatrice di facili piaceri, l’Innamorato esita. La sua scelta non si è ancora compiuta. Il giovane è consapevole delle proprie debolezze e della propria incapacità di resistere alle tentazioni. E’ diviso nei sentimenti, come indica il suo abito a colori alternati, rosso e verde, colori del sangue (energia, coraggio) e della vegetazione (vitalità passiva, languore, inazione). Come la Papessa e l’Imperatrice, la regina che sta a destra (attività) è vestita di rosso e azzurro (spirito e anima, spiritualità); mentre la baccante è vestita di veli gialli e verdi (materialità, linfa vitale).
I due colori si notano anche nell’abito del giovane Cupido pronto a scoccare una freccia in direzione del giovinetto. L’Innamorato è l’Uomo di desiderio di Claude de Saint-Martin. Questa personalità riceve le impressioni del mondo fisico grazie alla sua sensibilità (il colore verde dell’abito), quindi reagisce (il colore rosso, mobilità). Vi è quindi una scelta da compiere, prima della realizzazione dell’atto deciso. La decisione è spiata da Cupido, che accumula al di sopra di noi l’ energia di cui possiamo fare a meno. Egli scocca la freccia con forza più o meno grande, quando noi gli diamo il segnale, per il semplice fatto che noi vogliamo.

Perché la nostra volontà ci permetta di maturare, di crescere ed evolverci, dobbiamo impegnarci senza riserve sull’aspro sentiero della virtù, perché il nostro volere non venga sprecato nel perseguimento dei piaceri della vita. Questa è la saggezza degli iniziati che identificano la vita con l’azione feconda e il lavoro utile. Vivere per vivere non è il loro ideale, perché essi ritengono che la vita sia stata data loro in vista dell’opera da realizzare.
Poiché si tratta della Grande Opera alla quale possono consacrarsi soltanto i più valenti operatori dello spirito, essi devono avere imparato a VOLERE e AMARE.

L’Innamorato è, sotto questo aspetto, l’iniziato che ha concluso l’apprendistato. Egli si sforza di dimenticare se stesso; si proibisce di volere per il proprio beneficio personale e non desidera altro che il bene altrui. La realizzazione di questa bellezza morale corrisponde alla sesta Sephirah, il cui emblema è il sigillo di Salomone, formato da due triangoli che si intersecano. Bisogna scorgervi un’allusione all’iniziazione dell’anima umana ( acqua) e dello spirito (fuoco). E’ la Stella del macrocosmo, segno della suprema potenza magica, ottenuta dall’individuo che, con una abnegazione senza riserve, si mette al servizio del Tutto. Amare al punto di esistere soltanto per gli altri è lo scopo dell’Innamorato. Nei Tarocchi questo personaggio non è che un travestimento dell’Unità attiva (Bagatto) destinata a presentarsi sotto diversi aspetti…

In questa parte vedremo il secondo gruppo di Tarocchi: gli Innamorati, il Carro, la Giustizia, l’Eremita e la Ruota della Fortuna.

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Autore: Emanuela Cella Ferrari
Messo on line in data: Luglio 2003/Aprile 2004
Le immagini sono tratte da “I Tarocchi dell’Iniziazione“, pubblicati nella Collana “L’Arte dei Tarocchi”, Gruppo Lo Scarabeo, edizioni Fabbri, 2001, Milano. Si ringraziano le Edizioni Fabbri, e in particolare Fabrizio Costantini, per averci concesso di riprodurle in questa rubrica.