I TAROCCHI (PARTE TERZA) di Emanuela Cella Ferrari

La Forza

Astrologicamente la Forza corrisponde al segno del Leone. La parola ebraica è CAPH. Rappresenta la mano dell’uomo semichiusa; dà l’idea di forza e vitalità. La mano è l’immagine del potere perché può prendere e donare ed è il simbolo del dominio e della generosità.
Il suo valore numerico è 11, cioè 1+1= 2. Quindi torniamo al principio della dualità e dell’opposizione. Questo arcano rappresenta la lotta interiore, il conflitto dell’uomo con se stesso, la vittoria dello spirito sulla materia. La lama rappresenta una giovane donna bionda che, senza sforzo apparente, domina il leone e gli tiene aperte le mascelle. Questa idea della Forza quale virtù cardinale, si allontana dall’immagine d’Ercole appoggiato alla clava e rivestito delle spoglie del leone. L’arcano XI non presenta il valore fisico dei muscoli, ma l’esercizio di una potenza femminile più irresistibile nella sua dolcezza di tutte le manifestazioni di forza brutale.
La belva, incarnazione di forza indisciplinata e di veemenza passionale, è il Leone divoratore dello zodiaco, il cui ritorno annuale segna l’epoca in cui il Sole, diventato bruciante, inaridisce ed uccide la vegetazione. Il Leone è vinto dalla Vergine (l’Imperatrice, arcano III), della quale ha fatto maturare le messi. Nonostante la sua ferocia, non è un animale malefico. Lasciato a se stesso prende, divora e distrugge con rabbia; ma tutto cambia quando viene domato perché, come la Sfinge nera del Carro, rende grandi servizi a chi lo sa dominare. Quindi non è il caso di uccidere l’animale, anche nella nostra personalità, come fanno gli asceti.

Il Saggio rispetta tutte le energie; anche quelle pericolose, perché pensa che esse esistono per essere captate ed utilizzate in modo giusto. Non bisogna disprezzare ciò che è inferiore; anche gli istinti meno nobili sono utili perché rappresentano lo stimolo necessario di ogni azione. La padronanza vitale esige che le forze tendenti al male vengano modificate in energie benefiche. Ciò che è vile non deve essere distrutto, ma reso nobile trasformandolo, come il piombo che bisogna saper elevare alla dignità di oro. Tale regola è applicabile in tutti i campi.
E’ inutile pretendere da tutti gli uomini il bene, la virtù, il disinteresse, il compimento del dovere. L’egoismo, in tutte le sue forme, rimane il principio di questo mondo; il saggio comprende tutto ciò, ne trae profitto, e tiene conto del Diavolo per costringerlo a collaborare, sia pure controvoglia, alla Grande Opera.
Questo è l’insegnamento dell’arcano XI…

In questa parte vedremo il terzo gruppo di Tarocchi: la Forza, l’Appeso, la Morte, la Temperanza e il Diavolo.
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Autore: Emanuela Cella Ferrari
Messo on line in data: Giugno 2004
Le immagini sono tratte da “I Tarocchi dell’Iniziazione“, pubblicati nella Collana “L’Arte dei Tarocchi”, Gruppo Lo Scarabeo, edizioni Fabbri, 2001, Milano. Si ringraziano le Edizioni Fabbri, e in particolare Fabrizio Costantini, per averci concesso di riprodurle in questa rubrica.