UFOLOGIA E METASCIENZE di Giuseppe Colaminè

Alla ricerca di un punto unificante

Questo articolo è tratto da una relazione presentata al Convegno di San Marino, nella quale ho cercato di individuare possibili tratti di unione fra l’ufologia, il sapere scientifico ufficiale e quelle correnti di pensiero e conoscenza definite metascienze, includenti l’esoterismo ed il cosiddetto paranormale.

Attualmente la comunità umana considera “scientifico” solo ciò che  risulta dimostrabile attraverso calcoli matematici o riproducibile con sperimentazioni di laboratorio. Tutto quello che non rientra in questi canoni viene considerato teorico, potenzialmente reale, ma non scientifico.
La conseguenza di tutto ciò è che molti concetti potenzialmente scientifici non vengono riconosciuti e vanno ad arricchire il bagaglio teorico delle cosiddette “Metascienze“.
Tutto quanto si è presentato all’attenzione dell’uomo dell’Era Moderna, senza possedere le caratteristiche della riproducibilità sperimentale, è stato confinato in questa enorme frontiera.
Quando l’ufologia ha mosso i suoi primi passi, alla fine degli anni 40, ha incontrato lo scetticismo e lo scherno del mondo scientifico, per il quale la mancanza di prove sull’esistenza di vite intelligenti extraplanetarie era sufficiente a classificare la tesi ufologica come infondata.
Anche la teoria ufologica si è scissa in sottoclassi:

– La tesi “contattistica”, che attribuisce prerogative divine o semidivine ai presunti alieni in visita sul nostro pianeta.
– La teoria parafisica, che ritiene gli ufo espressioni di realtà appartenenti ad altre dimensioni, ad universi paralleli al nostro.
– La tesi siderale, che considera gli ufo come astronavi pilotate da viventi intelligenti, provenienti da altri pianeti, con finalità esplorative, ma ancora da chiarire.

Diciamolo chiaramente e senza timore di essere fraintesi,  o di deludere chi creda in un avvento Divino tramite “dischi volanti”: l’ufologia classica indaga sulla presenza nel nostro habitat di forme di vita intelligenti, più progredite di quella umana, provenienti da altri pianeti, venute qui per esplorare e forse per stabilire gradualmente un contatto con la nostra specie.
La nostra materia di studio non appartiene all’universo del magico e del paranormale, bensì a quello stesso cosmo che gli astronomi ufficiali scrutano con mezzi limitati e quindi, ovviamente, senza risultati che possano portare ad una tesi credibile sull’esistenza di altre civiltà evolute.

Noi non andiamo a cercare gli extraterrestri “a casa loro” (come affermò felicemente il Prof. Malanga, ex ricercatore del CUN), bensì cerchiamo le tracce delle loro visite “in casa nostra” e studiamo le dinamiche delle loro manifestazioni nell’habitat terrestre, per tentare di comprendere caratteristiche e finalità di questi misteriosi visitatori.
In questa difficile opera siamo soli; messi da parte dalla scienza ufficiale, che considera improbabile la visita di alieni alla terra, e senza speranze le nostre metodiche d’indagine.
Siamo criticati dai contattisti, i quali sono convinti che, al di là di quanto si possa vedere e toccare, gli alieni preparino per noi l’avvento di una nuova era.
In questi anni la Scienza ufficiale si è data da fare quasi spasmodicamente per dimostrare che l’ufologia era una branca del tutto priva di fondamento, imbastita di leggende metropolitane, allucinazioni psicotiche, fantasie nevrotiche, esasperazioni mistiche e chi più ne ha più ne metta.
Se il mondo accademico ha sentito così forte l’esigenza di farci fare una pessima figura agli occhi del pubblico, evidentemente “qualcosa” delle nostre teorie gli “andava scomodo”. Forse avevamo davvero messo il dito su qualche pulsante esplosivo… altro che leggende metropolitane! Contemporaneamente, però, altri ufologi che ritengono gli extraterrestri creature ostili ci hanno accusato di servilismo verso quella stessa scienza ufficiale che ci screditava.

Questa solitudine ci ha fatto riflettere.
Al di là della loro asprezza, le critiche hanno sempre in sé un minimo di costruttivo e comunque rappresentano uno sprone al rinnovamento ed alla revisione della propria condotta.
Ci siamo trovati a dover affrontare la difficile tematica delle Abductions, presunti rapimenti di esseri umani ad opera di creature estranee. Abbiamo messo a punto un protocollo di indagine con l’ausilio della tecnica ipnotica, già sperimentata con successo negli USA nel primo caso di sospetto rapimento, quello dei coniugi Hill.
I nostri metodi sono soggetti a continue revisioni che li rendano affidabili, per quanto sia consentito da una materia sfuggente come quella che noi trattiamo. Sebbene esclusi dal mondo accademico, noi cerchiamo ad ogni costo di fare scienza e non fantascienza.
Da un esame attento della casistica degli ultimi anni stiamo apprendendo nozioni preziose, ma al tempo stesso inquietanti.
Il fenomeno ufologico, nella sua globalità, contiene in sé caratteristiche sfuggenti, ambigue, quasi incomprensibili.
Molte apparizioni di oggetti non identificati, più che discostarsi dai principi del volo aerospaziale, sembrano essere lontane da quelli della fisica.
Ci troviamo di fronte ad aeromobili che si comportano in maniera strana, mutando assetto, colore, dimensioni, localizzazione, quasi non fossero reali, quasi fossero immagini olografiche proiettate.

Di alcuni ufo è stata dimostrata la struttura materiale grazie a due fenomeni principali:

– Impronte lasciate al suolo, contenenti la limatura di vari metalli (magnesio, manganese, itterbio) e di non metalli, come il silicio. Va anche aggiunto che alcuni metalli, che entrerebbero a far parte della lega componente lo scafo, hanno presentato una percentuale isotopica non terrestre.
– La caduta al suolo di fiocchi silicei, emessi da ufo che volavano a bassa quota. Il silicio sembra avere un ruolo piuttosto importante nella struttura di questi oggetti.

Perplessità sono sorte nelle indagini sugli incontri ravvicinati, dove le creature presunte aliene comunicano telepaticamente, senza espressioni fonetiche, compaiono e scompaiono come delle visioni, mentre il racconto dei contattati mantiene quasi costantemente delle caratteristiche somiglianti a quelle di un sogno, in cui la percezione del tempo e dello spazio risultano notevolmente alterate.
La nostra opera di scrematura nei riguardi di soggetti psicolabili è severa, tuttavia vi sono numerosi casi in cui le persone che ci avvicinano non mostrano la benché minima traccia di alterazioni psichiche, ed in questo caso noi andiamo avanti, addentrandoci in un labirinto del quale ignoriamo l’uscita, alla ricerca incondizionata di una spiegazione.
La tematica degli impianti si presenta ancora più oscura.
Soggetti presunti rapiti da creature non identificate, che presentano piccoli oggetti metallici impiantati sotto la pelle, con cicatrici quasi impercettibili, talvolta invisibili.
Nessuno degli impiantati ricorda gli avvenimenti relativi all’innesto di quello che ha tutta l’aria di essere un chip, ma tutti hanno un vuoto mnemonico circoscritto.
Un’indagine condotta dal CUN su uno di questi individui ha evidenziato che la sede d’impianto corrisponde ad un preciso punto di agopuntura. Inoltre l’oggetto emette onde elettromagnetiche a bassa frequenza e forse questa emissione modifica importanti equilibri neurologici ed ormonali, interferendo probabilmente sulla produzione delle endorfine, sostanze prodotte dall’organismo, con complesse funzioni di modulazione sull’asse neuro-psico-fisico.

Non possiamo ignorare antiche leggende che ci parlano di eroi e semidei, portatori di amuleti e pietre magiche. I talismani di cui la magia è piena, le scaglie quarzose che molte tribù impiantano sotto la pelle dei loro componenti come catalizzatori di forza, potrebbero essere il ricordo di un passato remoto in cui visitatori ignoti sottoposero i nostri antenati ad innesti simili agli impianti che oggi stiamo iniziando a studiare scientificamente.
E’ stata avanzata l’ipotesi che una civiltà aliena, molto avanzata sul piano scientifico, possa essere in grado di modificare il continuum spazio-temporale; in pratica, i cosiddetti contattati si troverebbero a vivere esperienze cronologicamente brevissime, ma ricche di avvenimenti, come se il tempo fosse stato in un certo modo “CONDENSATO”.
La similitudine fra tali esperienze ed altre appartenenti alla categoria dei fenomeni paranormali è notevole; oggi ci chiediamo se si tratti di due realtà distinte e separate, o di uno stesso fenomeno interpretato in due chiavi di lettura diverse.
Possiamo cercare di trovare un denominatore comune, una chiave che apra entrambe le porte?
Questo è il quesito principale che ci poniamo ora.
Se i nostri astronauti approdassero, nel corso di una missione esplorativa, su di un pianeta abitato da una specie intelligente, il cui grado di evoluzione però fosse pari a quello dell’uomo degli scorsi millenni, e mostrassero a questi individui alcuni prodotti della nostra tecnologia, sicuramente verrebbero scambiati per esseri soprannaturali. In ogni caso, nessuno di quel mondo riuscirebbe a comprendere la natura di una simile tecnologia.
Nascerebbe così il mito dei visitatori venuti dal cielo, mentre i saggi di quel mondo si darebbero da fare per screditare il fatto, ed alla fine si arriverebbe ad un equilibrio fra i sostenitori ed i negatori, che manterrebbe in piedi la “leggenda metropolitana”, per usare un termine caro ai Media.
Apparentemente si tratta di un evento improbabile, considerando che l’autonomia del volo spaziale umano è attualmente limitata, ma potrebbe divenire possibile qualora riuscissimo a spostarci verso un altro sistema stellare multiplanetario.
Ritengo con certezza che eventi simili a quello citato siano accaduti ed accadano tuttora sulla Terra, ma in questo caso siamo noi gli ipo–evoluti e loro, gli alieni, quelli più progrediti.
La Paleoastronautica rappresenta il ramo storico dell’ufologia; essa cioè fornisce una vasta mole di indizi di interferenze aliene nei millenni pre-cristiani, trasfigurati nei panni di un bagaglio mitologico pragmaticamente infondato.
Accanto a questo inquietante insieme di avvenimenti dal senso dubbio, si sono tramandate nel corso dei millenni tradizioni cosiddette esoteriche, le quali, per definizione del termine, riguardavano un insieme di nozioni che piccoli gruppi di uomini privilegiati detenevano rispetto alle masse. Questi segreti ermetici vennero trasmessi lungo una successione di generazioni di personaggi, chiamati “iniziati”, fino ad arrivare ai nostri giorni.

Nei tempi passati il grande segreto iniziatico aveva connotazioni misteriose. Basti pensare al mistero della pietra filosofale, che mosse l’intera storia dell’alchimia; al segreto dell’Hiram Habif, considerato da Knight e Lomas il primo esoterista della storia, vissuto in piena civiltà Egizia con il nome di Seqnerie’teo, fino al mistero dei Templari e delle sette segrete da questi derivate.
Ovunque c’era un segreto irrivelabile, ermetico, pressoché incomprensibile, forse questo segreto nascondeva e nasconde una scienza ancora ignota all’umanità.
Non è da escludere (scusandomi con i cultori dell’esoterismo per l’intrusione) che vi fossero contenuti comuni fra segreti iniziatici ed avvenimenti mitici e che, anche in questo caso, ciò che viene tramandato possa essere un concetto appreso dagli uomini, ma trasmesso da visitatori estranei, che si muovevano ammantandosi volutamente di mistero per evitare di sconvolgere l’equilibrio politico sociale del tempo.
Nemmeno possiamo escludere che una parte del bagaglio fenomenologico della parapsicologia sia appartenuto ed appartenga tuttora allo stesso filone. La mitologia ci parla di divinità celesti che edificavano templi con la forza del pensiero o con la potenza della loro voce, attuando una sorta di telecinesi che ci è ignota nei dettagli, ma che già noi attuiamo in scala ridotta quando ci serviamo di un banale telecomando. Così ci giungono i racconti mitici riguardanti creature metà umane, metà sovrannaturali, chiamate ninfe, maghi e sibille, che possedevano facoltà telecinetiche e predicevano il futuro in uno stato di trance-possessione.

Oggi, contemporaneamente allo spiritismo, sono in atto studi scientifici sulla telepatia e persino la parapsicologia si serve di apparecchi radio per sintonizzarsi con “entità” sconosciute. Stiamo parlando del cosiddetto fenomeno “Raudive”, dal nome del primo studioso che casualmente riuscì ad entrare in contatto con presunte entità non identificate, servendosi di un magnetofono.
Quest’esperienza fu seguita da una fioritura di sperimentazioni, effettuate con apparecchi radio e con l’ausilio di medium, che culminò in Italia con la pubblicazione dei libri del “Cerchio 1977“.
In effetti non si faceva alcun cenno all’ufologia in questi studi, volti fondamentalmente al contatto con realtà ultraterrene.
Nella vasta mole di informazioni raccolte da sedicenti “spiriti X” si trovarono più volte cenni a forme di vita intelligente extraterrestri che esploravano il nostro pianeta, osservando l’evoluzione dei suoi abitanti.
Non mancarono poi teorie metafisiche che interessavano il continuum spazio-temporale, gli universi paralleli e persino l’astronomia classica, che veniva in un certo modo ridisegnata seguendo un modello estremamente dinamico, ma a tutt’oggi privo di alcuna conferma sperimentale. L’ufologia ha preso prudentemente distanze da questi studi i quali, seppur meritevoli di rispetto, non possono attualmente fornire alcun supporto attendibile alla teoria sull’esistenza di intelligenze non terrestri, interagenti con il genere umano.

D’altro canto, l’ipotesi che interferenze attuate da intelligenze non terrestri si siano manifestate anche come fenomeni paranormali, irrita la scienza ortodossa e scandalizza i sostenitori del paranormale, i quali vedono ridotte le loro dottrine ad un misto di effetti radio e proiezioni olografiche attuate da alieni superevoluti.
Estremamente interessante ed inquietante al tempo stesso è il cosiddetto fenomeno dei “crop circles” che si sta manifestando con notevole frequenza negli ultimi tempi. Disegni geometrici di vaste dimensioni ed alta precisione vengono rinvenuti nei campi di grano dell’Inghilterra; la loro comparsa è repentina, nell’arco di una notte, inconciliabile con le possibilità tecniche di un intervento umano. Ancora più suggestiva ci appare la metodica con cui vengono tracciate queste sagome; l’effetto grafico deriva da un’alterazione indotta nelle spighe, che vengono piegate, intrecciate ma non tagliate, forse nell’ottica di un assoluto rispetto dell’ambiente.
All’esame degli esperti le spighe sembrano come cotte in un forno a microonde; questo è il motivo per cui esse si piegano, dando i contorni del disegno. Non è nota ovviamente l’origine del fenomeno; gli ufologi non esitano ad attribuirlo ad intelligenze estranee che traccerebbero al suolo una serie di “messaggi” espressi nei crop circles. L’interpretazione del messaggio è comunque oscura; abbiamo disegni che sembrano riprodurre la configurazione della molecola del DNA, altri che fanno pensare a mappe stellari, raffigurazioni grafiche della Sequenza di Fibonacci (Leonardo Fibonacci, matematico pisano, vissuto fra il XII ed  il XIII secolo e detto anche Leonardo Pisano, studiò una sequenza in cui ogni numero equivaleva alla ma dei due precedenti:1, 1, 2, 3,  5, 8, 13, 21, 34, …).
Abbiamo ancora simbologie ermetiche con figure a forma di chiave, triangoli sovrapposti, figure geometriche complesse inscritte in un cerchio.
C’è comunque una singolare analogia fra i crop circles ed i simboli usati nella cultura esoterica, il che ci induce a pensare che, se davvero si tratta di un’opera messa in atto da creature extraterrestri, queste stanno cercando anche di richiamare la nostra attenzione sul patrimonio del sapere ermetico. Ovviamente si tratta solo di un’ipotesi, che comunque merita ulteriore approfondimento e che sicuramente attirerà spietate critiche nei riguardi dei ricercatori di frontiera. In ogni caso l’ufologia è abituata ad avere dei nemici, anche se non si sente assolutamente nemica di alcuno.

La nostra posizione deve essere ad ogni costo plastica, aperta ad ogni possibile arricchimento, al di là di pudori e pregiudizi; questa è =l’unica condizione per avere probabilità di centrare un bersaglio in una ricerca che al di là di presunte acquisizioni mutevoli nel tempo, si svolge al buio e senza coordinate. l’apertura al mito ai segreti ermetici dell’esoterismo, fino alla fenomenologia del paranormale, potrebbero essere interpretate come una chiusura dell’ufologia in un dogmatismo contrario all’evoluzione della ricerca.
Questo concetto è errato; non stiamo cercando di liquidare il fenomeno relegandolo nel mondo dell’ignoto, stiamo invece proponendo uno sviluppo evolutivo, un ampliamento a 360 gradi di una ricerca che non vuole limitarsi all’osservazione dei cieli e ad una indagine sui rapiti esclusivamente poliziesca o spionistica.
La risposta ai nostri quesiti è altamente complessa ma fondamentalmente non è unica. siamo in una posizione di enorme svantaggio di fronte ad una serie di fenomeni che certamente non spiegheremo con la nostra fisica ortodossa.
Chi cerchiamo è superiore a noi, in tecnologia ed evoluzione psichica. Di certo non sarà solo la scienza di oggi a darci una risposta. Se le interferenze dei millenni passati hanno lasciato tracce mitiche ed ermetiche, l’analisi di queste potrebbe portarci ad acquisizioni nuove sul modo di essere “non terrestre”. Ci è difficile comprenderlo adesso, osservando l’evolversi della nostra civiltà da un’angolazione storicamente svantaggiosa.

La rivoluzione Cartesiana del XVI secolo, per prima gettò le basi del pensiero scientifico odierno, dividendo ciò che poteva essere misurato (res extensa) da ciò che invece poteva essere solo pensato (res cogitans) e negò a quest’ultima categoria diritto di appartenere allo scibile.
Non è da escludere che l’affermazione di questo modello sia stata l’inizio di una parabola, destinata a ricongiungere le branche del sapere che essa stessa aveva separato, dopo averle fatte passare attraverso una lunga fase evolutiva.
Questo concetto piuttosto ermetico di analisi e sintesi, è accostabile da un lato ai simbolismi alchemici, dall’altro più semplicemente alla teoria dei “corsi e ricorsi storici”. Esso inoltre ricalca notevolmente la teoria della pulsatilità dell’universo.
Forse potremmo aver identificato la traccia di un modello di pensiero che va al di là del “terrestre”. Chi può affermarlo? Chi può negarlo?…
Noi continueremo comunque a indagare.

 

Autore: Giuseppe Colaminè
Messo on line in data: Febbraio-Marzo 2001