QUANDO GLI UOMINI ERANO TITANI E POI DEI di Gaetano Dini

Mitologia dei Greci: quando gli uomini erano Titani e poi Dei

Dall’unione di Urano il Cielo e Gea la Terra nascono figli, i Titani.
Nella Teogonia greca questa è la prima comparsa velata dell’uomo sulla terra, l’uomo sotto forma di Titano.
Il Titano Crono, figlio di Urano, si unisce con la sorella Rea, Titanessa, e generano figli tra cui Zeus.
Zeus e i suoi fratelli rappresentano la seconda generazione di Titani.

Il Titano Giapeto, fratello di Urano, si unisce con l’Oceanina Climene, generando figli tra cui Prometeo ed Epimeteo.

Anche Prometeo e i suoi fratelli rappresentano una seconda generazione di Titani. Zeus e i suoi fratelli sono quindi cugini di Prometeo e dei suoi fratelli.
Queste nuove generazioni di Titani rappresentano allegoricamente una generazione di uomini meno potente, meno completa di quella precedente.

A seguito di varie battaglie con il genitore Crono, Zeus libera i suoi fratelli andando a costituire con loro la schiatta degli Dei dell’Olimpo.
L’umanità che si sviluppa dal ceppo del Titano Crono, continuandosi in quello di Zeus e dei suoi fratelli, si “indebolisce” fino ad arrivare allo stadio degli Dei dell’Olimpo, attestandosi a quel livello. Con lo scorrere del tempo gli uomini non sono quindi più Titani, ma si sono trasformati
in Dei. Questi Dei rappresentano un’umanità successiva a quella precedente, con caratteristiche umane più accentuate e quindi più debole, meno formidabile dell’altra.

Nell’immagine, “Prometeo” di Gustave Moreau (1826-1898)

L’umanità che si sviluppa invece dal ceppo del Titano Giapeto, continuandosi in quella di Prometeo ed Epimeteo, si indebolisce ancor più, fino ad arrivare allo stadio degli uomini. Il Titano Prometeo è infatti amico dell’umanità e plasma l’uomo dalla terra, impastandolo con fango e acqua.
Questo tipo di umanità che si è così formata è meno nobile, è più decadente rispetto all’umanità rappresentata dagli Dei dell’Olimpo.
E l’umanità che discende da Prometeo non si ferma qui, degraderà ancor più verso l’umano.
Al Titano Prometeo nasce un figlio, Deucalione.
Il fratello di Prometeo, il Titano Epimeteo, si unisce a Pandora, che è un’umana, avendola infatti plasmata gli Dei dalla terra con fango e acqua.
Pandora è stata mandata dagli Dei dell’Olimpo agli uomini per punirli della loro indisciplina.
Dall’unione del Titano Epimeteo e dell’umana Pandora nasce una figlia, Pirra, che in greco significava dai capelli rossi. Il colore rosso infatti non era considerato un colore aristocratico, ma servile.
Deucalione e Pirra, cugini tra loro si sposano.
Queste unioni sono sempre più caratterizzate da commistioni tra elemento Titanico ed elemento umano.

Gli Dei dell’Olimpo hanno da tempo in odio gli uomini e per punirli mandano sulla terra un diluvio. Si salvano solo Deucalione e Pirra approdando con la loro barca sul monte Parnaso. La coppia è l’unica sopravvissuta sulla terra.
Gli Dei olimpici concedono loro la facoltà di creare una nuova umanità. Per farlo devono gettare alle loro spalle senza voltarsi i sassi che la coppia raccoglie dal suolo.
I sassi lanciati da Deucalione daranno vita a uomini, quelli lanciati da Pirra a donne. La coppia così fa generando quindi una nuova umanità non più impastata da fango e acqua, ma derivante dai sassi che sono duri minerali.

Nell’immagine a lato, “Pandora” di Dante Gabriel Rossetti (1828-1882)

Commento

Questo passo del mito significa che la nuova umanità derivata da Deucalione e Pirra è più pesante, ha un peso specifico maggiore, è quindi più grossolana rispetto all’umanità precedente, quella prometeica. Una nuova umanità, questa, in cui le doti titaniche vengono soppiantate sempre più da quelle umane.
E’ tutto molto semplice e prosaico.
Sono sempre esistiti uomini. All’inizio erano dei possenti Titani, poi col passare del tempo sono decaduti sempre più nelle loro doti interiori ed esteriori, divenendo Dei dell’Olimpo.
Un’altra parte di questa umanità titanica, quella giapetica e prometeica, è discesa sempre più nella china temporale dello sviluppo, trasformandosi definitivamente nella razza umana.

Ma i canali di trasformazione dell’umanità non si limitano a questi due, quello che da Crono porta agli Dei dell’Olimpo e quello che da Giapeto porta all’umanità prometeica e in seguito a quella nata da Deucalione e Pirra. Si apre infatti un terzo canale di unione genetica, questo.
Dopo il diluvio la terra è popolata da uomini. Si sviluppano le stirpi, le famiglie. Così Dei e Dee olimpici vogliono godere di queste belle stirpi mortali e lo fanno unendosi a loro.
Nasce da queste unioni la stirpe degli Eroi, superiore come doti agli umani, inferiore come doti ai divini.

Il popolo greco apparteneva alla nazione indeuropea assieme ai Latini, agli Indo/Arii, ai Germani, ai Celti, agli Slavi… A tutti questi popoli era comune la grande divisione tripartita della società. Possiamo quindi far coincidere agli Dei dell’Olimpo la classe sociale dei Sacerdoti, la casta dei Brahmani indù. Alla stirpe degli Eroi corrispondeva la classe dei Guerrieri, la casta indù degli Ksciatriya. Dall’umanità prometeica, trasformatasi poi in quella creata da Deucalione e Pirra, derivava la classe sociale dei Lavoratori, commercianti, artigiani, agricoltori, la casta indù dei Vaisya.

In questa differenziazione di nobiltà di sangue tra Dei dell’Olimpo, Eroi e umani propriamente detti, influisce pesantemente anche il sangue delle madri. Crono infatti si unisce alla sorella Rea, entrambi Titani di prima generazione.
Giapeto invece si unisce all’Oceanina Climene, sua nipote in quanto figlia del fratello Oceano. Climene è quindi di generazione successiva a quella di Rea e rispetto alla zia è una Titanessa di rango inferiore.
Da qui lo sviluppo diverso dei due ceppi umani, uno quello derivante da Crono più preservato negli incroci di sangue va quindi a formare gli Dei dell’Olimpo, generandosi poi da questi gli Eroi. L’altro, quello derivante da Giapeto, va incontro a più trasformazioni nel tempo decadendo fino
alla razza umana vera e propria.
Questi mitici rapporti di coppia adombrano quanto abbiano influito, nel costituirsi delle successive classi sociali storiche, le diverse combinazioni matrimoniali tra uomini e donne.

La prima generazione dei Titani nella Teogonia greca rappresenta invece l’umanità quando ancora in essa non si erano formate le classi sociali.
Anche la tradizione indù descrive questa epoca umana dicendo che c’era una sola casta, la Hamsa, nella quale le tre caste sociali future non si erano ancora sviluppate. L’umanità Hamsa era dedicata alla contemplazione, per cui di lei non rimane alcuna traccia storica, né di racconti di gesta d’armi, né di costruzione di palazzi e monumenti.

Autore: Gaetano Dini
Messo on line in data: Dicembre 2017