ERBE MAGICHE DELLE STAGIONI: LA PRIMAVERA di Katia

I meravigliosi frutti delle Quattro Stagioni

Nel sentiero che mi ha portato alla ricerca delle proprietà magiche curative delle piante,  al fascino allegorico del creato, alle tradizioni terapeutiche popolari, al ciclo delle stagioni, mi soffermo un attimo, osservo l’uomo, l’uomo che con forza e pazienza lavora la terra, il contadino che, stagione dopo stagione, aspetta e cura i germogli e poi i frutti che Madre Natura offre.

Quanto io sia fortunata a vivere tra queste splendide alture, solo il mio cuore lo sa, ma nell’osservare in queste vallate i turisti, boccheggianti e assetati d’aria pura, penso: ameranno realmente questa terra? Ascolteranno in verità le note del vento?
Respireranno consapevolmente il ritmo della verde Anima, che si tramuta nel suo fascino misterioso?
Non lo so! Per molti sarà solo una gita piacevole, lontano dal grigiore cittadino.
E’ altresì vero che questi, sentendosi amanti della natura, sarebbero pronti a partire per le crociate e difendere quello che non conoscono, perché non vivono nel quotidiano, momento dopo momento.

Ex cittadina da ormai diciannove anni, ho assaporato, ascoltato, vissuto ogni attimo, ogni ciclo di stagione, anno dopo anno, rispettando e cercando di capire questa potenza generatrice. E lei a sua volta, stagione dopo stagione, mi ha offerto il suo grembo carico di bacche e frutti, che io scrupolosamente ho raccolto ad ogni rinnovo della sua veste.
Che cosa offre la natura se non la magia di mutare, meravigliare con l’alchimia delle stagioni, il profumo della terra che dona i suoi frutti maturi, le rigogliose piante che offrono la loro bellezza a noi esseri distratti, a noi che distruggiamo la loro fatica d’esistere?

La Primavera

Tutto si tramuta, la natura con la sua preziosa alchimia si risveglia,  la neve lentamente sciogliendosi scivola via tra le rocce, offrendo un gorgoglio vivace che si allontana fino a valle. Seguendo quel rivoletto prezioso che s’insinua tra i prati vellutati di nuova erbetta, si odono i canti degli uccelli che, trionfano sulle cime dei larici ingioiellati dalle soffici pigne color fucsia, dichiarando la superiorità assoluta del loro territorio. Tutto si desta, gli insetti ancora intorpiditi volano insicuri sui terreni erbosi chiazzati qua e là da qualche timido fiorellino.

Verso il paese la vita si fa più intensa; il tiepido sole primaverile dona fermento e vigore, betulle, sorbi e sambuchi sono carichi di tenere fronde appena schiuse al rinnovato splendore, i pascoli sono più rigogliosi e briosi.
Ecco che si nota la supremazia dei teneri ciuffi di tarassaco; raccolgo con cura questa pianticella tanto pregiata quanto gustosa: un pranzo fatto con il tarassaco come contorno o alla maniera d’intingolo ad un risotto è un pasto prezioso e genuino. Eccovi una ricetta che ve lo dimostrerà.


Riso con tarassaco:

Lessate le foglie di tarassaco in poca acqua salata, poi tritatele.
Fate rosolare il riso nel burro e olio con un po’ di cipollina, bagnatelo con brodo e a metà cottura aggiungete la verdura cotta; portate a termine la cottura bagnando pian piano con vino bianco,regolate il sale ed il pepe. A piacimento aggiungete, prima di portare a tavola, un po’ di panna da cucina; servite caldo.

Frittelle con fiori di tarassaco:

Occorrono 4 tazze di fiori di dente di leone lavati ed asciugati, 150 g. di farina bianca, un bicchiere di vino bianco secco, 1 tuorlo e due albumi, 1 bicchierino di brandy, zucchero ed olio per friggere. Con la farina, il vino, il tuorlo, il brandy, lo zucchero e i due albumi ben montati a neve fate una pastella. Immergetevi i fiori e friggeteli in olio caldissimo.

Questo è il dono del risveglio dopo il riposo invernale, del lancio iniziale, del ciclo della vita, il rinnovo delle stagioni.
Questa è l’offerta del suo splendido grembo.
Lentamente, nel suo prezioso tramutare, Madre Natura mi porta a un’altra stagione più ricca e rigogliosa, l’Estate, che vedremo la prossima volta

Autore: Katia
Messo on line in data: Maggio 2002