I TAROCCHI (PARTE QUINTA) di Emanuela Cella Ferrari

Il Mondo

Il termine ebraico corrispondente a questa Lama è TAU; rappresenta la perfezione, la simpatia, la reintegrazione. Il suo numero è 21; il completamento del settenario sacro attraverso i tre mondi ( 7×3= 21). Tale numero ha un valore di sintesi suprema: corrisponde al complesso di ciò che è manifesto, quindi al Mondo, risultato dell’azione creatrice permanente.
In questo arcano è presente una donna: è la Dea della vita che corre entro una ghirlanda di foglie. Riconosciamo in questa divinità la giovane donna nuda dell’arcano XVII che, questa volta, è pudicamente velata da un leggero drappo rosso, colore dell’attività. Lei è l’Anima corporea dell’Universo, vestale del fuoco di vita che arde in tutti gli esseri.

Agli angoli della lama sono presenti quattro figure che rappresentano i quattro Evangelisti. Vi è il Toro di San Luca che rappresenta la Terra primaverile. Ad esso succede l’impetuoso Leone di San Marco, la cui criniera fiammeggia come il Fuoco divoratore, simboleggiato dalla belva che, come costellazione zodiacale, ci dà il calore torrido dell’estate. E’ presente l’Aquila di San Giovanni che, con le sue ali aperte, simboleggia l’Aria. Tra l’Aquila ed il Toro, rispettivamente costellazione dell’autunno e costellazione della primavera, vi è l’Angelo di San Matteo, che è astronomicamente l’Acquario, segno opposto al Leone: è quindi il Genio della Temperanza (arcano XIV). Vestito di rosso, quest’angelo si cinge di nuvole, al di sopra delle quali tende le ali d’oro: queste ali lo innalzano alla più pura idealità, rendendolo perfetto.

L’Angelo e i tre animali sacri sono rappresentati nel cielo dalle stelle più grandi situate ai quattro punti cardinali: ALDEBARAN, l’occhio del Toro, REGOLO, il cuore del Leone, ALTAIR, luce dell’Aquila, FOMALHAUT, del Pesce che assorbe l’acqua sparsa dall’Acquario. Questi astri segnano le estremità di una croce il cui centro è la Stella Polare che, nella sua immobilità nel bel mezzo della rotazione celeste, corrisponde nell’arcano XXI alla giovane donna inquadrata da un’ovale di foglie che raffigurano la zona dell’eclittica.
In un mazzo di Tarocchi stampato a Parigi nel 1500, il Mondo è raffigurato da un globo analogo a quello che l’Imperatore tiene nella mano sinistra. Le braccia della croce inclinata, che sovrasta questo globo, sono altrettanti scettri che permettono il dominio sui quattro elementi. La doppia opposizione delle potenze generatrici della materia non è raffigurata dai simboli zodiacali degli equinozi e solstizi, qui il Mondo è sostenuto dal soffio dei quattro venti dello Spirito.

Al di sopra della sfera del Mondo vi è una donna nuda che solleva con la mano destra una tenda immensa, di cui raccoglie l’estremità con la mano sinistra. E’ la Verità che si manifesta senza riserve, e scosta il velo delle apparenze per comunicare il segreto dell’essenza delle cose. Possedere questo segreto significa disporre della Scienza universale e della potenza illimitata che ne deriva: significa realizzare l’ideale dell’adepto perfetto. Il Saggio si distingue perché non si fa illusioni sulla falsa realtà che ricade sotto il dominio dei sensi. Davanti alla sua vista spirituale tutto diventa Spirito. Il Mondo gli appare come il miracolo della COSA UNICA degli Ermetisti. Conservando l’Unità di ciò che è, noi ci innalziamo alla Gnosi, ricompensa suprema degli sforzi dedicati alla ricerca della verità. Questa Gnosi si traduce in estasi intellettuale, provocata dalla contemplazione del santuario di cui la Papessa tiene le chiavi. Nessuno può penetrare nel Tempio dove risplende la luce pura dello Spirito; ma quando la materia svanisce davanti alla nostra percezione mentale, nessun ostacolo si oppone più alla nostra completa illuminazione. Compenetrato dalla Luce Divina, l’uomo risollevato dalla sua caduta, diviene luminoso e conclude così il ciclo della sua reintegrazione.

Vediamo ora le ultime lame dei Tarocchi: il Mondo e il Matto, a cui seguirà una breve panoramica dei metodi di divinazione con i Tarocchi.

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Autore: Emanuela Cella Ferrari
Messo on line in data: Gennaio 2006
Le immagini sono tratte da “I Tarocchi dell’Iniziazione“, pubblicati nella Collana “L’Arte dei Tarocchi”, Gruppo Lo Scarabeo, edizioni Fabbri, 2001, Milano. Si ringraziano le Edizioni Fabbri, e in particolare Fabrizio Costantini, per averci concesso di riprodurle in questa rubrica.