HELENA PETROVNA BLAVATSKY di Emanuela Cella Ferrari

Figlia di un tedesco e di una russa imparentata con la famiglia imperiale, fin da piccola Helena Petrovna Blavatsky (1831–1891) si distinse per i fenomeni paranormali che accadevano nelle sue vicinanze, tanto che il popolino del suo paese natale, Ekaterinoslav, la credeva invasata dal demonio.
Data in sposa giovanissima a un vecchio generale, se ne separò senza che il matrimonio fosse stato consumato, a causa di una grave malformazione che le impediva di avere rapporti sessuali.
Dopo un lungo periodo di viaggi, durante i quali soggiornò in Tibet ed in Egitto, si recò negli Stati Uniti, dove venne in contatto con i circoli spiritistici e spiritualistici, nei quali venne accolta come la più grande medium vivente.
In questo ambiente conobbe Henry Steel Olcott, che di professione testava i medium ed indagava sui fenomeni spiritici, allo scopo di individuare eventuali frodi. Egli mise la Blavatsky alla prova e ne fu entusiasta, tanto che divennero grandi amici ed insieme cominciarono ad elaborare una dottrina spirituale che negli ambienti cattolici più conservatori venne considerata un’eresia: la TEOSOFIA, termine preso dal filosofo Ammonio Sacca, dal significato di “saggezza divina”.

Si trattava di una sorta di misticismo occultistico che molti hanno avvicinato alla cabala ed alla dottrina di Plotino, con influssi che traevano la loro origine da Paracelso, dalla gnosi, dai Rosacroce, dall’astrologia e dal misticismo indiano.
Nella sua essenza originaria, la teosofia della Blavatsky sosteneva  l’esistenza di una divinità, abbastanza vaga ed incomprensibile per l’uomo, origine ed ispiratrice di ogni cosa. La natura dell’uomo e di ogni essere era considerata eterna, in quanto scintilla della grande anima universale: si potevano acquistare poteri occulti attraverso un progredire ed una purificazione che riconducevano passo a passo verso il tutto, ossia verso l’anima universale che aveva generato ogni cosa.
Punti fondamentali della dottrina teosofica erano il Karma, una stretta dipendenza tra gli atti umani e i loro risultati sul piano trascendentale; e la reincarnazione, perché nel ritornare e nel progredire l’essere raggiungeva la perfezione,  il Nirvana. Sette diversi piani caratterizzavano l’universo e consentivano all’uomo di perfezionarsi in un continuo miglioramento tra il piano fisico e quello astrale.

Nel 1878 la Blavatsky subì violenti attacchi da chi la considerava una astuta imbrogliona, in particolare dal medium D. D. Home e da Sarasvati, fondatore di una comunità induista, che smascherò la sua ignoranza in materia di yoga e di dottrine orientali. La donna, per arginare lo scandalo causato dalla massiccia campagna–stampa contro la Teosofia e contro di lei, si trasferì in India, dove fu portata anche la sede della società.
La sua dottrina ebbe un successo enorme ed ella fu considerata dai suoi seguaci come un essere superiore dotato di poteri soprannaturali, che lei sfruttò abilmente, a scopo propagandistico. Venne accusata di frode, e per questo motivo la Società per la Ricerca Psichica di Londra la sottopose all’esame di un severo ed abile ricercatore, Richard Hodgson, il quale fece un’inchiesta che risultò sfavorevole all’occultista; la donna, però, si dichiarò sempre innocente. Trascorse gli ultimi anni della sua vita a Londra, da alcuni considerata come una santa, da altri respinta come una ciarlatana. Vi morì nel 1891.
Tra i suoi volumi più conosciuti e tradotti troviamo Iside Svelata, La dottrina Segreta e La Chiave della Teosofia.

 

Autore: Emanuela Cella Ferrari
Messo on line in data: Dicembre 2000