I NUOVI CULTI di Devon Scott

Sette e nuovi culti: commercio o spiritualità?

Di anno in anno diventa sempre più evidente il fenomeno che sta allarmando il clero dei paesi occidentali: il proliferare di sette e nuovi culti, che tolgono credenti al Cristianesimo. Durante l’ultimo Giubileo il pontefice Karol Wojtyla si è detto convinto, e preoccupatissimo, che l’Europa sia a rischio di paganesimo.
Già un primo allarme era stato dato alla fine degli anni ’80, quando l’EURISPES aveva fatto eseguire un’accurata indagine statistica sui maghi e sulle sette. La ricerca, coordinata da Cecilia Gatto Trocchi, docente di antropologia, fu pubblicata nel 1989 col titolo I soldi del diavolo, ovvero il mercato dell’occulto, e i risultati fecero emergere un’incredibile realtà: in Italia i maghi, ufficiali e ufficiosi, erano allora circa settantamila, le sette seicento. Questi dati risalgono a moltissimi anni fa, ma oggi la situazione è nettamente peggiorata ed i numeri sono ben più elevati: più di centocinquantamila i maghi, con un’utenza approssimativa di 25 milioni di clienti più o meno abituali, circa settecento le sette, cresciute poco come numero totale, ma con i credenti moltiplicati.

Le sette sono state divise in tre tipologie:
– a ispirazione nettamente religiosa,
– a impronta magico-occultistica,
– su base psicologica, tese al miglioramento personale.

l numero indicato è probabilmente in difetto, perché alcune sono segretissime e se ne viene a conoscenza in modo del tutto casuale e talvolta tragico, come è successo per i “Templari del Sole”, responsabili di suicidi collettivi, o per la “Sublime verità” del santone giapponese Shoko Asahara, organizzatore dell’attentato a base di gas tossici nella metropolitana di Tokio.
Le nuove religioni sono in gran parte di derivazione cristiana; ci sono poi seguaci dell’Islam, del Buddhismo e di filosofie orientali. Negli ultimi anni sono emersi numerosi seguaci del Paganesimo.
Nei gruppi magici, a parte le società esoteriche iniziatiche tradizionali, come Massoneria e Martinismo, abbondano satanisti, spiritisti, ufologi, seguaci della New Age e della Wicca (da distinguere dai Pagani, non necessariamente Wiccan), oltre agli adepti di culti nati intorno a un santone, una persona carismatica che riesce a convincere un ristretto numero di persone a seguire precetti da lui dettati.
Ci sono poi le cosiddette “psicosette“, cioè i movimenti di sviluppo potenziale della personalità, che hanno lo scopo di tirare fuori dall’individuo tutte le sue capacità innate, nascoste da condizionamenti culturali, religiosi e familiari. Tra le più note, Silva Mind Control (che utilizza l’ipnosi e l’autoipnosi per raggiungere stati mentali particolari), Life Discovery Principles (con corsi di psico–sessuologia e tecniche mnemoniche) e Scientology (che ha corsi economicamente, fisicamente e psicologicamente molto onerosi).

Un gruppo di lavoro del Viminale ha analizzato per due anni i movimenti religiosi ed esoterici in tutta Italia. L’indagine inizialmente era tesa a dimostrare l’eventuale possibilità di azioni clamorose da parte di una o più sette in occasione del Giubileo. Il rapporto, di circa cento pagine, giungeva alla conclusione che erano improbabili piani eversivi e gesti dimostrativi violenti di gruppi religiosi eterodossi contro la Chiesa e lo Stato durante il Giubileo; ma nello stesso tempo evidenziava la pericolosità a livello psicologico di alcune di queste sette.
Le psicosette vengono considerate in assoluto le più pericolose: possono dar fastidio ex–cattolici convertiti al Buddhismo o all’Islam, ma la destrutturazione mentale che gli adepti delle psicosette subiscono spesso sconfina con la circonvenzione, il plagio (reato depenalizzato, ma non per questo scomparso) e lo sfruttamento economico.

 

Perché sempre più persone aderiscono a una setta?

Le motivazioni sono varie e complesse; da una parte c’è una forma di emarginazione di chi non trova la propria collocazione nel mondo, la perdita delle certezze, l’infelicità, il disagio per situazioni esistenziali pesanti, il timore o l’ incapacità di fare scelte, il terrore nei confronti di un futuro ignoto, la paura di soffrire, il bisogno di rassicurazione.
Le sette sono strutture forti, con una rigida gerarchia, spesso dispotiche; i loro leader sono in grado di dare in modo chiaro e soddisfacente tutte le risposte. Si presentano molto bene, come individui altamente morali, buoni samaritani pronti a difendere le famiglie e gli individui, a educare, a combattere la droga. Il loro credo non punta tanto sull’aldilà, anche se propongono una spiritualità orientaleggiante molto superficiale, ma sul pratico, sul “qui e subito”, e promettono amore e successo, generando una totale dipendenza mentale dal gruppo.
In casi purtroppo rari l’adesione (o la conversione) al nuovo credo è fatta senza traumi, con una serena accettazione delle nuove regole, pur senza rinnegare le basi ideologiche del vecchio; si innesca allora un positivo processo di maturazione interiore. Ma nella maggior parte dei casi c’è una totale rottura con le idee del credo precedente, con una posizione fortemente critica, che induce a vedere il vecchio come negativo e il nuovo come perfetto; in questi casi si può avere addirittura un allontanamento dalla famiglia, dai parenti e dagli amici, accettando solo i correligionari, arrivando così a posizioni estreme di intransigenza e fanatismo.

Le sette ufficialmente non hanno fini di lucro, però finiscono con l’avere giri miliardari, come la Chiesa dell’Unificazione fondata dal coreano Sun Myung Moon, che è ai primi posti fra i privati più ricchi del mondo; alcuni gruppi vendono prodotti cosmetici o dietetici, stampano libri, organizzano corsi, gestiscono ristoranti; eppure non pagano tasse e i loro guadagni non sono verificabili.
La maggior parte dei paesi europei non ha legislazioni adatte ad affrontare il problema delle sette; alcuni, come Francia, Belgio, Spagna e Irlanda, le raggruppano genericamente in associazioni senza scopo di lucro; la Gran Bretagna dà loro agevolazioni fiscali se dichiarano di avere scopi caritatevoli; quasi tutti gli altri paesi non hanno statuti particolari.
Le restrizioni all’attività delle sette sono poche: non turbare l’ordine pubblico, rispettare le leggi nazionali e il buon costume; le pene previste sono piuttosto miti, al massimo lo scioglimento dell’organizzazione. Sorgono però un po’ ovunque gruppi di controllo e di “de–programmazione“, che si avvalgono dell’opera di psicologi, religiosi, sociologi e medici per far riacquistare la lucidità mentale alle persone plagiate.

In Italia la situazione non è seria come negli Stati Uniti, dove la costituzione protegge ogni movimento ideologico o religioso, rendendo difficile impedire l’affiliazione a una setta. Il Cult Awareness Center, che combatte le organizzazioni di culto eterodosso considerandole pericolose e distruttive, ne conta 2500 negli USA e parla di oltre ventimila denunce all’anno per circonvenzione d’incapace, alienazione di fondi e frode fiscale. Un’associazione di psichiatri ha pubblicato un’indagine sui nuovi culti, mettendo in risalto sia l’aspetto positivo, cioè la spinta alla ricerca, il trovare una propria collocazione e una nuova spiritualità, sia l’aspetto negativo, cioè il condizionamento mentale fino al lavaggio del cervello, l’isolamento dal proprio ambiente con allontanamento da tutti i propri cari. Vi si parla di tecniche di asservimento psicologico e di controllo della volontà, ottenute col digiuno, la fatica fisica, la privazione del sonno, quando non addirittura con farmaci, ipnosi, droghe, luci e suoni a particolari frequenze.

Che ci sia un impellente e irrefrenabile bisogno di spiritualità è testimoniato dalle tirature eccezionali di libri dal contenuto religioso o mistico; poiché il bisogno del sacro non è soddisfatto dalla religione, si cambia credo e si cercano nuove strade. E questa è forse la caratteristica più triste: queste persone cercano una loro collocazione e vogliono credere, credere al di là di tutto. Essendo troppo disponibili e troppo poco critici, sono facile preda di profittatori.
Internet, con le possibilità offerte alla creazione del villaggio globale, ha ampliato a dismisura il fenomeno. La rete ha permesso la fondazione di innumerevoli chiese virtuali, la nascita di nuove religioni e la rinascita di culti dimenticati, persi nella notte dei tempi. Così, accanto ai seguaci della Mahikari, religione giapponese che attende la “luce della verità” trasmessa dagli iniziati e afferma che Gesù non fu crocifisso, ma si recò in Giappone, dove morì, vediamo i tranquilli ecologisti della comunità di Damanhur, fondata da un terapeuta torinese, che vivono senza dare fastidio a nessuno, di duro lavoro dei campi e di artigianato, oppure santoni più o meno folkloristici che pretendono la rinuncia degli adepti a tutti i beni terreni (che il santone cortesemente si prende in carico).
Hanno il loro sito gli Hare Krishna, che seguono i precetti del vegetarianesimo, vivono in castità e ripetono ogni giorno 1788 volte (con l’aiuto di un rosario per non perdere il conto) un mantra dai grandi effetti interiori; ma uno spazio è riservato anche ai Raelliani, che, convinti che l’uomo sia un robot creato da extraterrestri, ritengono superflue regole e scrupoli morali; e un altro alla Famiglia dell’amore, i cui adepti si spogliano di tutto (case, denaro, oggetti) e vengono esortati a chiedere soldi ai parenti o a prostituirsi per la gloria della setta.
I vampiri (scarsini, meno di mille in tutto il mondo, ma con molti simpatizzanti) si scambiano E–mail con consigli per affinare la tecnica di succhiare il sangue alle vittime; e i satanisti possono comprare on–line lussuosi corredi completi per messe nere, con tuniche di seta pura e pugnali dorati con manici lavorati a mano. Troviamo chi venera il dio Mithra, chi ripropone i Misteri Orfici in chiave New Age, chi vorrebbe ricostruire le comunità pitagoriche, chi si raduna per onorare la Grande Madre, e gli dei celtici hanno più successo ora di duemila anni fa.
Sacerdotesse pseudo pagane mettono sulla rete le loro foto, che di primo acchito farebbero pensare di essere capitati in un sito pornografico, e poiché lo spirito vende e rende, ecco che alcuni buontemponi propongono agli interessati le mutande (usate) della dea Iside, che speriamo vivamente essere sostenitrice di una accurata igiene intima…

 

Autore: Devon Scott
Messo on line in data: Maggio 2000