POESIE SULLA VITA E SULL’AMORE di Cristina Bove

A ME

A me
Che da lontano mare di terra
Magma
Approdo a calcinate banchine
Ossari e nebulosi
Fantasmi di velieri
Portandomi indicibili lutti
E squarci mai richiusi
Si chiede ancora un gemito
Ma io non piango più
Né voglio più gridare
Mi sono fatta un nido
Sull’albero spezzato di maestra
Ultimo assedio all’acqua
D’un morto galeone
E volo
Oltre i rimbombi
E i laceranti numi
Ali sparute
Residue remiganti
Piume ne ho perse tante
E guardo in faccia il sole
A costo di morire.

E VIDI L’ALBA

E vidi l’alba splendere sui rami
Della mortella egizia
Stillante ancora tremula la siepe
A recintare il tempo

E vidi rosseggiare le fornaci
Presso gli antri dei sufi
E la notte dei corvi nelle braci

Sangue percorrerà vene di pietra
E il leone sul portico in attesa
Trasmuterà la faccia della luna

Opera si contrae poi si dispiega
E per leggi e per fumi la vedrai
Ora nitida sfera ora polvere cieca
Guarda con occhi chiusi
Distanziati dal centro
E atterrerai
Ritorna quindi al centro
E volerai

Solennemente sorgerà l’aurora
E nel silenzio sposerà la notte
All’Ombra offri la rosa
Ed alla Luce dona le radici

Pesa i pensieri e pondera gli eventi
Dei ventagli di cera spezza i sogni
E delle stelle lucida i frammenti

Cala portando il cuore racchiuso nell’avello
Sali a guardare il sole specchiato nell’anello
Prima verrà sull’onda
Poi viaggerà nell’aria
Quindi fiammeggerà
Il nero imbianchirà
Il bianco splenderà
La Luce si farà…

ERANO VALLI

Erano valli dove
La genziana
Punteggiava d’azzurro
L’erba sfinita
Della tarda estate
Ed essi percorrevano
I Sentieri
Lievemente ondeggiando
Tra riverberi e falde
Di vapore

Mi chiedevano attenti
E disinvolti
Sensi
E taciturni addii
E inesistenti brame

Ma il mio cuore pulsava
E non voleva smettere
E profonde radici
Viscerali
Affondava nel Tempo
E invano Essi mi attesero
Oblique vele
Agli angoli degli occhi
Invano si protesero
Per attimi di sogno…

Ed ora dovrò credere
Al Presente

E nel presente credere
All’Eterno…

SONO CONTENTA

     Sono contenta di
Essere nata
In questa me
D’essere stata
Messa
In condizione di
Non nuocere
Troppo…

     Sono contenta che
Le circostanze
M’abbiano resa
Libera
Da colpe insopportabili
Quelle che ho
Mi bastano
Per farmi ritenere
Responsabile

     Sono contenta che
Malgrado me
Sono passati gli anni
Ed il mio cuore
Non ha sepolto alcuno
Forse solo
Speranze di peccati
Veniali
Noie mortali…

     Sono contenta d’essere.

 

Autore: Cristina Bove
Messo on line in data: Marzo 2003