LA GOLDEN DAWN di Devon Scott

Speciale Società Segrete e Iniziatiche: la Golden Dawn

Nel 1885 il dottor William Wynn Westcott, un medico studioso di storia antica e traduttore di testi greci ed ebraici, venne in possesso di un curioso manoscritto cifrato, mandatogli da un amico, il reverendo Woodford, che a sua volta l’aveva trovato riordinando le carte di un amico morto da poco. Westcott riuscì a decifrare lo scritto, che si basava sulla Steganografia dell’abate Tritemio; esso dava, in forma molto rudimentale, notizie su alcuni rituali rosacrociani ed inoltre riportava l’indirizzo di Anna Sprenghel, una signora di Norimberga.
Westcott portò i fogli all’amico Samuel Liddell MacGregor Mathers, che si stava occupando di tradurre in inglese alcuni Grimori medievali. I due scrissero alla signora Sprenghel, la quale rispose qualificandosi come una Rosacroce di grado elevato; la donna iniziò una fitta corrispondenza, impartendo una serie di nozioni iniziatiche e conferendo a Mathers ed ai suoi amici il grado rosacrociano onorifico di Adeptus Exemptus. Essi decisero allora, partendo dai cinque gradi che la donna aveva loro mandato, di fondare una società iniziatica, che chiamarono Ordine ermetico della Golden Dawn (Alba Dorata); nel 1888 fu aperto il primo tempio a Londra, dedicato a Iside-Urania.

Nel 1891 le lettere didattiche della signora Sprenghel finirono bruscamente; Mathers scrisse chiedendo notizie e gli risposero che la signora era morta e che i suoi confratelli, disapprovando profondamente la divulgazione che la donna aveva fatto dei rituali segreti, non avrebbero più spedito altro materiale e che si arrangiassero da soli.


Nell’immagine a lato,
foto di MacGregor Mathers

Mathers si arrangiò e l’anno seguente mostrò ai confratelli i rituali di altri cinque gradi iniziatici, corrispondenti alla cosiddetta “Cripta degli Adepti“, cioè i gradi più elevati e segreti. In totale, quindi, si avevano i seguenti dieci gradi, più quello di neofita:

0°- Neophita
1°- Zelator
2°- Theoricus
3°- Practicus
4°- Philosophus

A questo punto c’era una specie di esame; chi lo passava riceveva il titolo di Signore dei Sentieri del Portale, con cui accedeva ai gradi dell’Ordine Interno.

5°- Adeptus Minor
6°- Adeptus Major
7°- Adeptus Exemptus
8°- Magister Templi
9°- Magus
10°- Ipsissimus

Mathers affermò che il materiale esposto nei nuovi bollettini derivava in parte da antichi manoscritti da lui scovati nelle biblioteche di Parigi e Londra, in parte era stato a lui dettato direttamente da “Maestri Segreti“, che gli apparivano in proiezione astrale. Le comunicazioni con questi Maestri non erano di tutto riposo; egli ne usciva stanchissimo, prostrato, con una forte nausea e talvolta perdendo sangue dalla bocca, dal naso e perfino dalle orecchie. Anni dopo Westcott affermò che gli ultimi rituali erano stati dati a Mathers non da fantomatici Maestri, bensì da un confratello, il dottor Thilson, che era piuttosto noto nei circoli martinisti del Belgio di fine secolo e che si dilettava di magia cerimoniale; al di là della realtà di queste esperienze, che egli riteneva autentiche (mentre altri confratelli le consideravano solo mentali), Mathers riuscì comunque ad elaborare una dottrina molto complessa, ma logica e pratica, con tecniche rituali che permettevano agli affiliati, tra l’altro, di proteggersi da attacchi occulti nella vita di tutti i giorni.

Il sistema magico della Golden Dawn è stato paragonato alla magia rinascimentale: in entrambe c’è il senso della grandezza dell’uomo, la sua illimitata potenzialità, l’importanza della Cabala, delle dottrine degli Gnostici, di Pitagora e dei Neoplatonici, oltre che delle religioni iniziatiche antiche. Le dottrine magiche tradizionali furono riunite ed organizzate in un sistema non di facile comprensione, ma comunque mirabile ed interessantissimo dal punto di vista psicologico per le sue corrispondenze fra psiche umana e fattori esterni, per le tecniche di auto-sviluppo, di auto-analisi e per l’uso creativo dell’immaginazione. In breve tempo l’Ordine ebbe grande successo ed i nuovi adepti aumentarono a dismisura; si dovettero aprire altri templi a Edimburgo, Bradford, Weston-super-Mare, Parigi ed anche negli Stati Uniti per accogliere i numerosi affiliati, attirati dal miraggio di un avanzamento spirituale.

La Golden Dawn, come già era successo alla Massoneria, attirò personaggi di spicco del mondo culturale, tra cui ricordiamo, oltre al filosofo Bergson, cognato di  Mathers (che però se ne andò subito, perché la magia non lo convinceva), anche William Butler Yeats  (nell’immagine a lato), studioso di folklore ed autore di libri su fiabe e leggende irlandesi, che avrebbe poi vinto il Premio Nobel per la letteratura nel 1923; la nazionalista irlandese Maud Gonne, Constance Wilde, moglie di Oscar Wilde, gli scrittori di romanzi gotici Arthur Machen e Algernon Blackwood.

Per un po’ tutto andò bene, poi cominciarono gli attriti fra gli alti livelli gerarchici della società, che mal sopportavano gli atteggiamenti dispotici di Mathers. I dissidi arrivarono al culmine con l’accoglimento del ventitreenne Edward Alexander (detto Aleister) Crowley, entrato nella Golden Dawn dietro presentazione di due amici svizzeri, come lui appassionati alchimisti; egli si guadagnò subito la fiducia di Mathers ed in breve arrivò ad un ottimo livello, in parte per il suo studio indefesso dei manoscritti di Mathers, in parte perché prendeva ulteriori lezioni private di magia da Alan Bennett, un giovane ingegnere, col quale aveva allestito nel suo alloggio due templi, uno per la magia bianca ed uno per la nera, nei quali i due facevano sperimentazioni di evocazioni. Quando Mathers chiese di ammettere il suo discepolo prediletto ai più alti gradi, i membri anziani rifiutarono decisamente, accusando Crowley di “turpitudine morale“: erano infatti stati informati del suo legame omosessuale con Bennet. Mathers, che in quel momento si trovava a Parigi, sfidò i confratelli e gli conferì ugualmente il grado.

Convinto che Wynn Westcott fosse responsabile del malcontento nei suoi confronti, Mathers lo accusò, rifiutandosi di portare le prove delle sue accuse. Il tempio di Londra, in una riunione generale, lo destituì dalla carica di capo della Golden Dawn e lo espulse dall’Ordine. Crowley fu attaccato con metodi che si confacevano più a maghi neri che non ad alti iniziati; dopo aver tentato di resistere, si ritirò in buon ordine. Mathers prese l’attacco al suo allievo come un fatto personale, e la sua stessa estromissione da parte degli alti gradi scatenò una reazione furibonda: egli, con un antico rituale di magia simpatica, battezzò un sacchetto di piselli secchi con i nomi iniziatici dei rivoluzionari, e fece saltare i piselli in un setaccio, invocando su di loro la maledizione di Seth-Tifone e di Belzebù, invitando tutti i demoni dell’inferno a confondere le menti dei ribelli, cosa che puntualmente avvenne.

Espulso Mathers, a capo del tempio londinese venne eletta Scriba (cioè segretaria generale) Miss Annie Horniman. Fu una scelta davvero pessima: infatti la donna, che per la dolcezza del suo carattere e per la grazia dei suoi modi si guadagnò il soprannome di “Gatta selvatica”, si mise in testa di ristrutturare l’Ordine secondo le sue idee; presto si formarono fazioni una contro l’altra e una sorta di setta segreta nella setta e in breve la rissa divenne generale. Alcuni membri si scocciarono di tutta la faccenda e si dimisero, altri si staccarono, fondando l’ordine della Stella Mattutina, altri continuarono sulla vecchia strada sotto la guida di Arthur Edward Waite, messo a capo del tempio londinese nel 1903. Waite era soprattutto un mistico ed uno studioso della storia delle dottrine delle società segrete, autore di ponderosi trattati sulle sue ricerche in campo esoterico. Per dare un taglio netto col passato Waite cambiò il nome in “Ordine Sacro della Golden Dawn“, eliminando ogni accenno alle divinità egizie e riscrivendo i rituali in chiave cristiana. L’espediente non ebbe fortuna e l’ordine, rimasto con pochissimi adepti, fu sciolto nel 1914.

Nel frattempo Mathers si era trasferito a Parigi con la moglie; nel 1908 tornò in Inghilterra, dove il suo amico dottor Berridge aveva fondato un nuovo tempio londinese ortodosso, l’Alpha et Omega; egli ne riprese il comando e lo tenne fino alla morte, avvenuta nel 1918 durante l’epidemia di influenza “spagnola”. Di lui ci rimane una traduzione della Chiave di Salomone (pubblicata nel 1889), opera pregevolissima dal punto di vista filologico, ma purtroppo incompleta, perché egli, convinto che solo la magia bianca dovesse essere divulgata, censurò tutte le parti che parlavano di rituali a scopi malefici. E’ un vero peccato che abbia eliminato tanti pezzi, perché le sue fonti erano i manoscritti rari conservati al British Museum ed alla Biblioteca dell’Arsenale di Parigi, che con encomiabile cura e pazienza egli aveva studiato e tradotto.
Il suo animo rigidamente puritano si rivelò anche in tutte le successive traduzioni da lui fatte, in particolare quelle relative a rituali fatti a scopo sessuale; egli considerava i rapporti fisici talmente repellenti da impedirgli di consumare il matrimonio con la moglie Moina, sorella del filosofo Henry Bergson.
Di lui si racconta un divertente aneddoto. Appena pubblicata la Chiave, una signora della buona società, dopo avergli fatto molti complimenti, gli chiese il suo parere di esperto su una orribile storia che la vedeva protagonista: la poveretta era perseguitata da un gruppo di demoni di aspetto disgustoso, simili a cadaveri in decomposizione, che tutte le sere la aspettavano nella camera da letto e la pressavano con continue richieste di dividere con lei il talamo. Come doveva comportarsi, dato che le riusciva sempre più difficile rifiutare le profferte sessuali degli insistenti demoni? Mathers fissò la donna, che era assai poco avvenente, e commentò seccamente che la vicenda dimostrava un incredibile cattivo gusto, da entrambe le parti.

Dopo la sua morte il tempio fu affidato alla sua vedova; Moina Mathers (che in alcuni documenti compare come Mira o Moira) ebbe subito dei problemi nella conduzione dell’ordine, per il suo carattere accentratore e per le scelte molto discutibili, tra cui quella di concedere al capo di uno dei templi statunitensi di tenere un corso per corrispondenza, al termine del quale i partecipanti potevano richiedere l’iniziazione all’ordine dietro pagamento. I già gravi problemi culminarono con l’ingresso di Violet Firth Evans (meglio conosciuta con lo pseudonimo di Dion Fortune). Temendo che la giovane diventasse più importante di lei, fece in modo che fosse espulsa per aver pubblicato rituali segreti dell’Ordine. Dion sporse denuncia nei suoi confronti, accusandola di aver ucciso mediante un rituale di magia nera Netta Fornario, una ragazza di madre inglese e padre italiano, trovata cadavere sulla spiaggia dell’isola di Iona, dove si era recata per compiere non ben precisate ricerche occultistiche. La morte fu archiviata come provocata da paralisi cardiaca e l’inchiesta fu chiusa, ma Dion si disse sempre certissima che Netta fosse stata eliminata da Moina Mathers: il cadavere presentava profondi graffi sulla schiena, come tutte le vittime degli attacchi astrali della signora Mathers.

La segretezza che copriva i rituali della Golden Dawn durò fino a quando Israel Regardie non pubblicò il primo dei quattro volumi della Magia della Golden Dawn, rivelando tutti i riti, le cerimonie e gli insegnamenti impartiti nell’ordine.

Nell’immagine a lato, uno dei simboli della Golden Dawn rivelati da Regardie

Regardie era stato per un certo periodo il segretario di Aleister Crowley, che oltre a non retribuirlo lo strapazzava malamente e lo gratificava con l’appellativo di “vipera velenosa”; il giovane sopportava tutto questo in nome di un appassionato amore per la tradizione magica. Lasciato Crowley, nel 1934 entrò come affiliato nel tempio della Stella Mattutina. Qui si accorse che i più importanti, e profondi, insegnamenti iniziatici venivano completamente trascurati, a favore di una ritualità semplice e superficiale che andava bene per persone senza basi tradizionali. Per evitare che il patrimonio di idee, concetti e conoscenze venisse cancellato, decise di venire meno al giuramento di segretezza e mise tutto in quattro eccezionali volumi. I capi della Golden Dawn, dopo lo sconvolgimento iniziale, capirono che non era più il caso di proseguire; misero l’ordine “in sonno” e il loro lavoro magico finì.

Autore: Devon Scott
Messo on line in data: Marzo 2006