IL LABIRINTO DI CHARTRES di Emanuela Cella Ferrari e Devon Scott

Il simbolo del labirinto compare fin dai tempi più remoti della storia umana ed è molto comune in Europa e in Asia. Già nelle pitture rupestri si trovano spirali, cerchi concentrici intervallati da linee e perfino labirinti a forma di ellisse che dovrebbero rappresentare il moto dei pianeti.
Il più famoso è il labirinto di Cnosso, fatto costruire dal re Minosse come prigione per il Minotauro, mostro mezzo uomo e mezzo toro. Secondo il mito, il Minotauro riceveva un tributo periodico di sangue da Atene: alcuni giovinetti ateniesi venivano rinchiusi nel labirinto per servire da pasto al mostro. Questi fu ucciso dall’eroe Teseo, che si sostituì ad una delle vittime sacrificali. Egli ritrovò la strada verso l’uscita grazie ad Arianna, figlia di Minosse, che gli aveva dato un grosso gomitolo di filo da svolgere durante il percorso di andata. Dedalo, l’ingegnere ateniese che era il costruttore del labirinto e che aveva dato ad Arianna il consiglio del filo, per punizione vi venne rinchiuso da Minosse col figlio Icaro; riuscirono a fuggire per mezzo di ali di cera, ma Icaro volò troppo in alto, il calore del sole fuse la cera ed il ragazzo precipitò a terra.

Il labirinto più antico che si conosca nell’area mediterranea è quello vicino al lago Moeris, in Egitto, costruito parzialmente sotto il lago, che è un bacino artificiale alimentato dalle acque del Nilo. Scrittori classici, come Erodoto, Diodoro Siculo, Plinio e Strabone, lo descrivono immenso, con un piano sotto e due sopra la terra, con aree riservate agli iniziati di un rito non ben specificato.
Secondo Platone, il primo labirinto della storia umana sarebbe quello di Atlantide, fatto di cerchi concentrici alternati di terra e di mare, con la parte di terra unita da ponti. In Italia il più noto è quello attribuito a Porsenna, che si troverebbe nei sotterranei della città di Chiusi.

Da sempre il labirinto simboleggia un percorso interiore attraverso il quale lo spirito si può evolvere e innalzare ad un livello superiore; il centro del labirinto, secondo Mircea Eliade, rappresenterebbe la sacralità. Il cammino tortuoso per arrivarci assumerebbe quindi una funzione di protezione del sacro nei confronti dei profani, essendone riservato l’accesso ai soli iniziati: la difesa di un luogo sacro, di un tesoro molto prosaico (fatto di denaro o di beni materiali) o spirituale (immortalità, virtù, elevazione al divino, conoscenza di sé).
Il labirinto è stato utilizzato anche come sistema di difesa alle porte delle città fortificate; per esempio, era tracciato sulle piante delle antiche città greche. Voleva simboleggiare la difesa della città o della casa che si considerava al centro del mondo. La difesa era rivolta sia verso gli avversari umani, sia contro le influenze malefiche.

Nell’immagine a lato,
la cattedrale di Chartres

Nel Medioevo le più famose rappresentazioni del labirinto si trovano sul pavimento delle cattedrali gotiche, tra cui quella di Chartres.
I percorsi del labirinto delle cattedrali, chiamati anche Chemins à Jérusalem, erano sostituti del pellegrinaggio in Terra Santa; bisognava percorrerli in ginocchio, con un rosario al collo, pregando per la salvezza della propria anima.
Un canonico della cattedrale di Chartres, Jean Baptiste Souchet, vissuto nel 1600, era convinto che il labirinto non fosse altro che “un gioco senza senso, una perdita di tempo”. Invece il labirinto è uno dei simboli più antichi e profondi che si conoscano ed in particolare i labirinti cristiani vogliono significare che la morte non costituisce la fine, ma la porta attraverso la quale l’uomo può giungere alla contemplazione della Gerusalemme Celeste.
Il labirinto di Chartres è uno dei meglio conservati ed è il più grande giunto dall’epoca medievale ai nostri giorni.
Complessivamente raggiunge il diametro di 12,87 metri, mentre il suo percorso interno è di 261,5 metri. Il suo classico disegno circolare ha un’entrata, un percorso ed un punto di arrivo al centro.

Nell’immagine a lato, il labirinto di Chartres

Proprio al centro c’era una placca di bronzo, rimossa e fusa nel 1802 durante le guerre napoleoniche. Secondo ciò che affermano gli esperti, questa placca avrebbe rappresentato Teseo che combatteva contro il Minotauro e alle spalle dei combattenti Arianna con in mano il famoso gomitolo di filo. La lotta tra Teseo e il Minotauro simboleggia la lotta tra bene e male: una lotta che si compie nella nostra anima, lungo il percorso che costituisce il labirinto della nostra vita. Una lotta che ha avuto inizio con il peccato originale di Adamo ed Eva, riprodotto in una vetrata posta nell’abside meridionale della cattedrale, proprio al di sopra del labirinto.
Il centro del labirinto verrà raggiunto da colui che è iniziato, colui che, attraverso le prove, avrà dimostrato di essere degno di accedere alla rivelazione misteriosa.

Il labirinto ha anche un significato solare. Nella tradizione cabalistica ha una funzione magica ed è uno dei segreti attribuiti a Salomone; nella Bibbia ne viene descritto uno nel cortile davanti al Tempio di Salomone. Per questo motivo alcuni labirinti presenti nelle cattedrali, fatti da una serie di cerchi concentrici interrotti in alcuni punti, sono chiamati “Nodi (o labirinti) di Salomone”. Secondo gli alchimisti il percorso conduce all’interno di se stessi , verso una specie di santuario interiore e nascosto. L’arrivo al centro introduce in una dimora invisibile, che ciascuno può immaginare secondo il proprio intuito. All’interno di questo centro si opera una vera e propria trasformazione dell’io, che si afferma sulla via del ritorno, nel passaggio dalle tenebre alla luce.

La cattedrale di Chartres è una delle più belle della Francia e anche una delle più ricche di simbolismo, in particolare di quello legato al culto della Vergine. Nella sua cripta si trova la famosa Notre-Dame-de-sous-Terre, che ha una storia antichissima.

Nell’immagine a lato,
Portale dei Re della cattedrale

La cattedrale fu eretta su di un poggio, dove si trovavano le vestigia di un antico tempio, a sua volta costruito sul perimetro di un bosco sacro druidico. Nella cripta c’è la statuetta della Vergine nera col bambino, trovata in una caverna detta “grotta del druido”, scolpita in legno di pero, con una scritta latina sul basamento: Virgini pariturae (alla vergine che partorirà), risalente ad almeno un secolo prima di Cristo.
I piedi della statua poggiano su di un serpente. Nel simbolismo cristiano il serpente rappresenta il Diavolo e la tentazione, ma presso i Celti era l’incarnazione della wouivre, la corrente tellurica che serpeggia nel sottosuolo. Secondo alcuni, una serie di “linee sacre” collega i luoghi di culto, che sarebbero stati tutti costruiti tenendo conto delle correnti magnetiche che passano proprio nei luoghi scelti.

Dal punto di vista del simbolismo delle cattedrali gotiche, il Portale dei Re è il più importante. Vi si esalta la maestà del Cristo, che viene celebrato in una costruzione piena di luce e svettante verso il cielo, simbolo di vicinanza a Dio e di resurrezione spirituale. Le cattedrali gotiche sono state costruite per celebrare la gloria divina in modo sontuoso.
A differenza delle chiese romaniche, quelle gotiche si ergono altissime, con torri e guglie, luminose, piene di colore nelle stupende vetrate, ampie, fatte per contenere innumerevoli fedeli, per le processioni solenni.
Le cattedrali gotiche, in genere costruite proprio nei luoghi ritenuti sacri nel passato e legati al culto della Grande Madre, hanno l’abside rivolto verso sud-est e la facciata rivolta a nord-ovest, mentre i transetti del braccio trasversale sono orientati lungo l’asse nord-est/ sud-ovest in modo che il fedele entrando possa guardare verso l’Oriente, la Terra Santa, luogo di nascita del Cristianesimo.

Nell’immagine a lato, timpano del Portale dei Re

Fulcanelli, studioso di architettura antica e di alchimia, afferma che proprio a causa di questa disposizione si verifica un gioco di luci ed ombre sui rosoni. Il rosone a Nord non è mai illuminato dal sole, quello a Sud prende luce a mezzogiorno, il rosone principale del Portale dei Re, volto a Ovest, riceve i raggi del sole al tramonto, cosicché nelle cattedrali gotiche si succedono i colori della Grande Opera alchemica, secondo un cammino che va dalle tenebre alla luce. Ed il giorno del Solstizio d’Estate un raggio di sole entra da un piccolo spazio vuoto nella vetrata di Saint Apollinaire e va a colpire una pietra bianca, incastrata di sbieco rispetto alle altre del pavimento.

N.B.: Le immagini dell’articolo (ad esclusione della prima) sono tratte dalla brochure Chartres, edita a cura dell’Ufficio del Turismo di Chartres, Parvis de la Cathédrale, 28005 Chartres.
La cattedrale è visitabile tutti i giorni, dalle 7.30 alle 19, orario continuato. L’illuminazione notturna va da Pasqua a Ottobre.

Autore: Emanuela Cella Ferrari e Devon Scott
Messo on line in data: Aprile 2004