CULTI PAGANI IN PIEMONTE E VALLE D’AOSTA di Andrea Romanazzi

Culti pagani in Piemonte e Valle D’Aosta di ANDREA ROMANAZZI
Anguana Edizioni, Sossano, 2018, 200 pagine, Euro 14,00
www.anguanaedizioni.it

 

Il saggio Culti pagani in Piemonte e Valle D’Aosta, scritto da Andrea Romanazzi, al suo decimo lavoro, nasce dall’esigenza dell’Autore di studiare il territorio nord-occidentale dell’Italia e di “sentire” i luoghi e il “daimon” che li abita.
Il Piemonte e la Val d’Aosta, come tutte le regioni di “confine”, conservano, più di altri territori, un Animus e un’Anima pagana che sono la struttura portante delle leggende, dei miti e del folklore locale e che non sono mai state cancellate.  La matrice contadina e montanara ha conservato pratiche che, seppur adorne degli orpelli cristiani, affondano le loro radici nei culti pagani.

Queste reviviscenze, però, non sono solo patrimonio locale, ma ciò che super-est di un mondo arcaico e archetipico che è sempre stato humus per il pensiero religioso dell’Uomo. In questo saggio c’è la voglia di scoprire e far ri-scoprire, ciò che rimasto sul territorio dell’antico Pagus, il desiderio di ri-tornare e far ri-tornare il lettore, attraverso indicazioni dettagliate, tra le braccia delle Madri e degli Antenati, alla ricerca delle ataviche origini magiche dei luoghi, ove sentire ancora oggi pulsare gli antichi fulgori di vetuste energie ed oltrepassare quel velo del quotidiano che ci separa dalle divine ed eterne vie sacre.

Seguendo il percorso religioso delle popolazioni autoctone prima, dei Celti e dei Romani poi, l’Autore esamina i culti animistici dei boschi, delle fonti e dei fiumi.
Da Belenos ad Albiorix, da Lug a Vosegus, fino a giungere al cospetto dell’arcaico culto delle Matrone, trasformate, dal cristianesimo, nelle numerose Madonne nere presenti nelle due regioni. Viaggiando per la Val di Susa l’Autore ci mostrerà chi è il dio Silvano, confuso e scambiato per il Maometto, o ancora, muovendosi per il biellese, il Selvadego. Per quest’ultimo, in particolare, viene esposta una nuova ipotesi che, partendo dal Museo del Territorio di Biella, tenta di fare luce sul mistero dell’Uomo Selvatico, appunto, l’Urciat che abita, secondo le narrazioni popolari le aree alpine. Sono poi descritti i luoghi e i rituali legati al culto degli Antenati, partendo dalle stele antropomorfe del sacro sito di  Saint-Martin-de-Corléans, ad Aosta, sino a giungere ai più vari culti litici presente nell’area, dai circoli come quello di Cavaglià alle “pietre fitte” e alle rocce coppellate. Vengono così esaminati tutti quei massi erratici che caratterizzano il territorio e su cui l’uomo ha realizzato “coppelle” o disegni circolari espressione dei culti di fertilità e procreazione legati alla Grande Madre.

Ecco così che il lettore si trova al cospetto della roccia di Santa Brigida, del masso di Varena, della pietra della “Pancia” o della “vasca della Regina”, solo per citarne alcune. Le coppelle, però, non sono l’unico indizio di siti sacri e di culti millenari che si svolgevano nell’area. Ecco così che vengono esaminate le incisioni rupestri presenti dalla Val Pellice al Verbano, in alcuni casi chiari riferimenti alpini a culti sciamanici, come nel caso di quelle presenti sul Gran Faetto, a simboli stellari o solari che indicano una religiosità strettamente connessa ai cicli naturali, sino alla “barca dei defunti” che testimonia il culto degli Antenati presente a Bard o in Valchiusella.
Non mancano poi Santi “Pagani”, venuti da lontano, spesso nemici dei Serpenti come nel caso di quelli presenti a Bastià, Novalesa od Arona. Troviamo poi la Maddalena, tramutata in orsa o Salvaria, espressione della Morrigan, re Artù e le numerosissime lance e spade spezzate gettate come offerta alle divinità dei fiumi, Lancillotto e la Dama del Lago di Candia canavese, Ypa. Quest’ultima è solo uno dei tanti esempi di culto delle acque presente da Almese alle grotte di Ara dove, ancora fino al secolo scorso, si svolgevano arcane pratiche magico-rituali, come quella di raccogliere i sass bianc, ovvero le quarziti del torrente Magiaiga, per trarre da queste pietre energia e benessere o per accrescere la fertilità e richiamare la guarigione per sé e per i propri bambini. Da cornice a tutto questo, fonti della giovinezza, ponti del Diavolo, luoghi del sabba dove le streghe locali, le Masche, solevano riunirsi, processi inquisitori e formule di guarigione. Un viaggio nel Piemonte e nella Valle d’Aosta magica e misteriosa ancora oggi visibile al viandante che vuole percorrere sentieri mai dimenticati (Scheda dell’editore).

 

Andrea Romanazzi, laureato in ingegneria civile con indirizzo Geotecnica e specializzato in Ingegneria della Sicurezza, da più di tredici anni si interessa a varie discipline, come l’antropologia e l’archeomitologia. Si occupa, effettuando ricerche sul campo, di manifestazioni religiose, magico popolari e folklore, quello che ritiene essere quod superest di una cultura millenaria oramai persa. Interesse principale è la ricerca delle tracce dell’antico culto della Dea Madre e le sue evoluzioni tra storia, mito, religione e tradizioni.
Il suo primo libro, La dea madre e il culto betilico, è stato recensito su diverse riviste specializzate del settore come il magazine Hera, Graal, Hicarus, nonché su quotidiani locali. E’ stato argomento di studio in due manifestazioni, una organizzata dall’Archeoclub di Italia, sede di Bari, dal titolo “La Dea Madre e il culto delle Pietre Sacre” e una seconda nell’ambito della Settimana della Creatività organizzata dal comune di Bari.
E’ coautore della pubblicazione scientifica Instabilità dei versanti nei centri storici di grande interesse storico artistico monumentale: il caso di Acerenza (Basilicata), lavoro presentato al I Congresso AIGA, Chieti, 19-20 febbraio 2003.
Suoi articoli sono stati pubblicati su quotidiani e riviste specializzate, come Puglia d’Oggi, Hicarus: le ali del mistero, Stefano Salvatici editore, e L’altra scienza, Sibilla editore. Ha partecipato a numerosi Seminari e Convegni; collabora attivamente con vari siti web e riviste (compreso lo Spaziofatato).
Con Boopen Edizioni ha pubblicato Il magnetismo umano.
Con le Edizioni Venexia ha pubblicato Guida alla Dea Madre in Italia (2005), Il ritorno del dio che balla (2006), La stregoneria in Italia (2007), Guida alle streghe in Italia (2009) e Guida alla stregoneria del deserto (2011).

Con Anguana Edizioni ha pubblicato Lo Sciamanesimo afroamerindio  (2013) e La borsa dello Sciamano (2016), oltre a questo.

 

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